Potrebbe essere il giorno della verità per Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, recentemente al centro di un caso mediatico che ne ha seriamente compromesso la stabilità all’interno della giunta comunale. E’ infatti previsto per oggi, 13 febbraio, un vertice di maggioranza in Campidoglio per decidere il suo futuro, evidentemente in bilico dopo le parole di fuoco sul conto del proprio sindaco. In bilico ma non ancora fuori, se non virtualmente. Difficile, infatti, trovare il sostituto dell’amministratore e, sul tavolo della giunta, c’è in attesa un dossier stadio che scotta. A ogni modo, il destino di Berdini sembra segnato, se non altro per le nuove smentite arrivate dalla pubblicazione di nuovi audio che mostrerebbero chiaramente l’avvenuto colloquio con il giornalista de “La Stampa”.
Ora, in attesa del verdetto di Virginia Raggi, probabile destinataria delle deleghe dell’assessore, Paolo Berdini ha scritto una lettera al direttore de “Il Fatto quotidiano”, nella quale rilascia la sua versione, soffermandosi sulle problematiche incontrate nel suo lavoro e sul caso che l’ha visto coinvolto: “Sono sottoposto a una criminosa macchina del fango – scrive – che non riuscirà a scalfire di un millimetro una vita dedicata alla difesa della legalità e del bene comune… Oggi sono di fronte a un accanimento mediatico senza precedenti. E c’è un perché: la posta in gioco è alta e si chiama Stadio di Tor di Valle. Insieme a una complessiva azione di rientro nella legalità che la giunta Raggi, seppur tra incertezze e inadeguatezze, ha portato avanti finora”.
L’assessore torna anche sulle origini dei guai di giunta che, a suo avviso, coincidono con le dimissioni di Minenna e Raineri: “Essi erano il trait d’union con l’azione del commissario prefettizio: averli sostituiti è stata l’origine di tutti i mali della giunta Raggi. Ma, ripeto, l’azione sistematica è sempre andata avanti”. Il punto caldo, tuttavia, è e resta lo stadio della Roma: “Ovvero, la più imponente speculazione immobiliare del momento in Europa, nonché la più grande variante urbanistica ‘ad hoc’ mai approvata nella capitale. Il progetto è stato autorizzato nel 2014 con il riconoscimento dell’interesse pubblico per alcune opere di urbanizzazione che – lo abbiamo dimostrato con i fatti – servono soltanto a chi vuole portare a casa una speculazione di un milione di metri cubi di cemento: un regalo da un miliardo e mezzo di euro. Ebbene, da quando abbiamo iniziato a lavorare per riportare il progetto nelle regole del Piano regolatore è iniziata una criminale macchina del fango”.
A proposito dell’intervista incriminata: “Per mesi sono stato l’assessore ‘contro’, anche nella riunione che si è tenuta martedì 7 febbraio nel mio assessorato. Che non si è conclusa come i fautori del progetto speravano. Il giorno seguente, guarda caso, viene pubblicata un’intervista ‘truffa’. Con una sapiente regia delle uscite, un quotidiano pubblica prima una conversazione, poi una registrazione audio e infine un altro stralcio di quell’audio. Tutto riferito a fatti risalenti non al giorno prima, ma addirittura a venerdì 3 febbraio. Devo pensare che sia un caso? Perché tenersela quattro giorni nel cassetto?”.
Aspettando la “sentenza” della maggioranza, Berdini rimarca chiaramente la sua posizione sul progetto-Stadio: “Oggi, il M5S, se vuole, ha la grande opportunità di continuare l’azione fin qui intrapresa per far cambiare passo a Roma. Lo stadio di Tor di Valle è il banco di prova per fermare blocchi di potere che da sempre difendono la speculazione fondiaria e finanziaria a scapito dei diritti dei cittadini. Se la Raggi vuole fare questa battaglia mi troverà al suo fianco. In caso contrario, le mie dimissioni sono già sul suo tavolo”.
Intercettata all’ingresso del Campidoglio, la sindaca di Roma ha commentato le nuove dichiarazioni di Berdini: “Continuo a leggere interviste e dichiarazioni… sinceramente non lo so dove trovi il tempo. C’è da lavorare e c’è da lavorare tanto. Noi lavoriamo anche fino a notte fonda… lui sa bene che ci sono dei dossier da portare avanti, e per senso di responsabilità verso i cittadini dovrebbe farlo”. Poi ha concluso: “La pazienza, soprattutto quella delle persone, ha un limite”.
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