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Con 178 voti a favore Palazzo Madama approva il voto ai 18enni per il Senato

Esteso a tutti gli elettori che abbiano raggiunto la maggior età il diritto di esprimere il proprio voto per eleggere il Senato, fino ad oggi riservato a chi aveva superato il 25esimo anno di età. Con il voto di questa mattina a Palazzo Madama è stata approvata la riforma costituzionale che abbassa l’età minima per votare in questo ramo del Parlamento, portandola a 18 anni.

I tempi

In occasione dell’approvazione in quarta lettura del provvedimento, hanno votato a favore 178 senatori, 15 hanno espresso voto contrario e gli astenuti sono stati 30.

Dato che nell’aula di Montecitorio è mancata la maggioranza dei due terzi, è necessario attendere un periodo di tre mesi prima della promulgazione della riforma. Un periodo di tempo previsto per un eventuale referendum confermativo.

Base della democrazia

“Oggi si chiude un percorso, nato nelle aule parlamentari, che dà un nuovo diritto a 4 milioni di cittadini italiani che prima non lo avevano. Diciamo ai ragazzi tra i 18 e i 25 anni che la politica ha bisogno di loro e della loro capacità di scegliere”, ha detto in aula la Presidente dei Senatori del Partito Democratico Simona Malpezzi.

“Il voto ai diciottenni in Senato rappresenta una decisione che guarda concretamente ai giovani e non solo a parole. L’esercizio del diritto di voto rappresenta la base della democrazia. Ciò è vero ancor di più per le elezioni politiche che determinano l’indirizzo politico del Paese e quindi le decisioni che verranno adottate nel quinquennio successivo e che avranno inevitabili effetti nel futuro di tutti noi, soprattutto per i giovani di oggi”, ha comunicato in una nota il senatore Gabriele Lanzi, segretario e Delegato d’aula per il MoVimento 5 Stelle, membro della Commissione Industria, Commercio e Turismo.

Piccola riforma

Parla di “una riforma giusta a metà” il senatore di Fratelli d’Italia Achille Totaro. “Da sempre ne parliamo, la destra lo fa da quando Giorgia Meloni, allora Ministro della Gioventù, portò all’attenzione dell’Aula la necessità del coinvolgimento dei giovani nella vita politica, con l’abbassamento – in quella proposta di legge si parlava di equiparazione – dell’età per votare e per essere votati. Se vogliamo infatti che i giovani rappresentino in Parlamento anche quel pezzo di società, e quindi il futuro, la speranza e l’ambizione di questa Nazione, non basta questa piccola riforma ma è necessario che possano anche essere eletti“, ha spiegato.

Lorenzo Cipolla

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