In poco tempo la scuola italiana, dopo che con una circolare congiunta dei ministeri della Salute e dell’Istruzione, tenuto conto dell’aumento dei contagi e delle conseguenti difficoltà nel tracciamento, riteneva opportuno sospendere il programma di “sorveglianza con testing” vigente da tre settimane e considerare “la quarantena per tutti i soggetti contatto stretto di una classe/gruppo dove si è verificato anche un singolo caso tra gli studenti e/o personale scolastico”, torna alla regola precedente. Cioè la quarantena della classe scatta solo se ci sono tre positivi. “Non ci sarà alcun ritorno in Dad in caso di presenza di un solo alunno contagiato”, hanno precisato fonti di governo.
Nella circolare congiunta firmata l’altra sera si prendeva atto del peggioramento del quadro dell’epidemia, registrando una incidenza settimanale in crescita e pari a 125 casi per 100mia abitanti, “valore ben lontano dal quello ottimale di 50 per 100mia, utile per un corretto tracciamento dei casi”. I due ministeri hanno quindi ritenuto “opportuno sospendere, provvisoriamente, il programma di “sorveglianza con testing” e di considerare la quarantena per tutti i soggetti contatto stretto di una classe/gruppo dove si è verificato anche un singolo caso tra gli studenti e/o personale scolastico”. Superando in tal modo il protocollo in vigore dal 3 novembre scorso, di cui i presidi avevano denunciato la difficile applicazione. “Siamo stati facili cassandre“, ha detto il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli.
Dopodiché è intervenuto Palazzo Chigi, che ha avocato a sé l’operazione dopo un approfondimento con il Comitato tecnico scientifico e con il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo, il quale ha garantito supporto per l’attività di tracciamento. “Non ci sarà alcun ritorno in Dad in caso di presenza di un solo alunno contagiato”, hanno precisato fonti di governo, e parallelamente la struttura del commissario straordinario “intensificherà le attività di testing nelle scuole, al fine di potenziare il tracciamento”, perché priorità del governo è “garantire la partecipazione in presenza e lo svolgimento delle lezioni a scuola in assoluta sicurezza”.
La didattica a distanza scatta con un solo positivo in classe per i bambini fino a sei anni, per la scuola dell’infanzia, dunque, dove è più difficile mantenere il distanziamento e le mascherine per i bimbi non sono obbligatorie. Con due positivi per gli alunni dai 6 ai 12 anni (per i quali non è ancora prevista la vaccinazione) e anche per i più grandi se non sono vaccinati. Dai 12 in poi si andrà in Dad se i casi positivi sono almeno tre. La volontà, è stato spiegato, è non riportare le lancette indietro e garantire la scuola in presenza.
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