Faccia a faccia a Bruxelles fra il premier italiano Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron. Sul tavolo, prima del set decisivo al Consiglio europeo, le discussioni preliminari sul Recovery fund, sul quale l’Unione europea dovrà decidere una volta per tutte. E con il leader transalpino l’intesa resta verde: “Con Macron, si dall’inizio di questo percorso, a partire dalla lettera dei nove, ci siamo trovati fianco a fianco. Quella di stasera è stata un’occasione di scambiarci i punti di vista, esaminare lo stato dell’arte e anche per affinare le previsioni e le strategie per domani”. Punti di vista che sembrano coincidere: “Condividiamo con la Francia la necessità di afferare la dimensione politica. Dobbiamo affermare il senso di una risposta europea forte tempestiva, non dobbiamo perdere di vista che l’obiettivo è la ripresa economica e sociale”.
Il punto, però, è che il consesso di Bruxelles rischia di infuocarsi. Con l’intesa fra i 27 che dovrà fare i conti con le diverse posizioni dei Paesi membri sui 750 miliardi di Recovery fund. Ad aprire la fila dei contrari, così come sono, i Paesi Bassi e gli altri Paesi frugali, che sul tema della riduzione non sembrano voler arretrare di un millimetro. E Conte si dimostra consapevole delle difficoltà in fase di trattativa, specie in relazione alla richiesta olandese di “far approvare all’unanimità il piano di ciascun Paese che vuole accedere al next generation Ue”. Una proposta che, secondo il premier italiano “non è in linea con le regole europee“. Per Giuseppe Conte “non è una partita contabile, la posta in gioco è l’Europa, non solo una pronta ripresa ma la leadership e la competitività dell’Unione europea nel mondo globale”.
A ogni modo, la reticenza olandese non sarà l’unico ostacolo. E, dopo l’incontro preliminare con Macron, Conte si dice consapevole anche di questo: “E’ complicato, non l’ho mai voluto nascondere, perché siamo 27 capi di Stato e di governo. Ci sono differenti sensibilità, ma sicuramente noi condividiamo, con la Francia”, la necessità “di afferrare la dimensione politica” del Recovery Plan. Secondo Conte “non possiamo limitarla a una partita di dare e avere, di chi riceve di più e chi di meno. Dobbiamo affermare bene il senso di una risposta europea forte, condivisa e tempestiva. Non dobbiamo perdere di vista che l’obiettivo è una ripresa economica e sociale di tutti gli Stati membri, soprattutto per quelli meno resilienti”.
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