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Omicidio di Yara, Bossetti in aula: “Poteva essere mia figlia”

“Poteva essere mia figlia, la figlia di tutti noi neanche un animale avrebbe usato tanta crudeltà”. Lo ha detto Massimo Bossetti, il muratore 47enne accusato di aver ucciso a Brembate di Sopra, il 26 novembre 2010, la tredicenne Yara Gambirasio, rilasciando dichiarazioni spontanee in apertura dell’udienza odierna. Per questo delitto, Bossetti ha già ricevuto una condanna in primo grado all’ergastolo ma, in attesa della Corte d’Assise d’appello di Brescia, previsto per oggi, continua a dichiararsi innocente. Nella giornata di ieri, alla vigilia dell’udienza, aveva nuovamente ribadito la sua richiesta di una ripetizione del test del dna, dicendosi sicuro che “anche Yara spera nella vera giustizia” e che lui continuerà a professare la sua estraneità ai fatti, sperando che “qualcuno finalmente gli dia retta”, come specificato dai legali.

Bossetti: “Rifate il test del dna”

Durante la nuova udienza, prima che i giudici si ritirino in camera di consiglio, Bossetti cercherà di spiegare la sua versione su quanto accaduto quella notte di quasi 7 anni fa e per quale ragione lui non vi sia coinvolto. All’inizio delle sue dichiarazioni, il 47enne si è scusato per il suo comportamento definito “scorretto” durante il primo dibattimento, quando reagì in modo scomposto alle dichiarazioni del procuratore generale: “Pensate però come può sentirsi una persona attaccata con ipotesi fantasiose e irreali”. La richiesta dell’imputato verte ancora su una nuova perizia biologica dal momento che, l’intero capo d’accusa, ruota attorno al frammento del suo dna rinvenuto sul corpo della giovanissima Yara. Una prova “granitica” secondo l’accusa ma che per i difensori presenta molte lacune: “Quel Dna non è suo, non c’è stato nessun match, ha talmente tante criticità che sono più i suoi difetti che i suoi marcatori”.

Ore di attesa

Una vicenda tragica quella di Brembate che, al termine del confronto odierno, potrebbe trovare le prime definitive risposte. E, se da una parte c’è un’accusa certa delle prove finora raccolte, dall’altra c’è un imputato che, da tre anni a questa parte, continua a dichiararsi innocente. Il delitto, secondo i difensori, è stato commesso da “un perverso sessuale sadico, l’opposto esatto di Bossetti”. A ore è atteso il verdetto, forse quello decisivo, su un caso che ha sconvolto l’intero Paese e che, dopo 7 lunghi anni, è ancora in attesa di giustizia.

 

Foto: Ansa

Mattia Damiani

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