Ancora una volta, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ribadisce la posizione israeliana sul conflitto in atto: la sconfitta di Hamas è l’unico obiettivo da raggiungere per cessare le ostilità. Poi cita l’esperienza americana in Iraq: “A Mosul sono stati necessari nove mesi per aver ragione di 5.000 terroristi”. Salta l’incontro tra il segretario di Stato americano, Antony Blinken, e il generale Halevy.
“Siamo quasi vicini alla vittoria, che è la distruzione totale di Hamas. Se ci arrendiamo ad Hamas non solo non arriveremo al rilascio degli ostaggi, ma ad un secondo massacro. Il giorno dopo la guerra, sarà il giorno dopo Hamas. A Blinken ho detto che dobbiamo smilitarizzare completamente Gaza”. Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
“Ho detto a Blinken che Israele è ad un passo dalla vittoria totale”. Lo ha detto Netanyahu ribadendo che l’obiettivo è la “vittoria totale di Israele”. Il premier ha poi annunciato di aver dato ordine all’esercito di avanzare verso Rafah, nel sud della Striscia, ad un passo dall’Egitto, ed ha confermato che “solo la pressione militare agisce per la liberazione degli ostaggi. I nostri soldati non sono caduti invano”.
L’esercito di Israele sta comportandosi in maniera brillante a Gaza, destando ammirazione anche in altri eserciti. Lo ha sostenuto Netanyahu citando da un lato i successi registrati finora dalle truppe israeliane nella Striscia, e dall’altro menzionando l’esperienza Usa in Iraq. “A Mosul – ha detto – sono stati necessari nove mesi per aver ragione di 5.000 terroristi, in una città peraltro più piccola di Gaza e priva di infrastrutture militari sotterranee paragonabili a quelle di Gaza. Noi in 4 mesi abbiamo ucciso o ferito 20 mila terroristi, oltre metà delle forze di Hamas”.
È importante “il riconoscimento Usa dello stato palestinese e della sua piena adesione all’Onu attraverso una decisione del suo Consiglio di sicurezza”. Lo ha detto il presidente Abu Mazen incontrando a Ramallah in Cisgiordania il segretario di stato Usa Antony Blinken al quale ha ribadito che Israele deve “fermare subito la sua aggressione a Gaza”. Abu Mazen ha quindi ribadito – secondo l’agenzia Wafa – la necessità di una Conferenza internazionale di pace, sottolineando che “la pace e la sicurezza si ottengono attraverso l’attuazione dei 2 Stati” con uno palestinese con Cisgiordania, Gerusalemme Est e Gaza.
Non avrà luogo l’incontro privato fra il segretario di Stato Usa Antony Blinken ed il capo di stato maggiore israeliano, generale Herzi Halevy, che compariva nel programma della visita diffuso ieri da parte americana. La ragione, sostiene Israel ha-Yom, è dovuta all’opposizione espressa dall’ufficio del premier Benjamin Netanyahu. Una fonte politica, citata dal giornale, ha rilevato che nei rapporti diplomatici non è normale che un ministro straniero incontri un responsabile militare dell’altro Paese senza la presenza di un dirigente politico. “Israele non è una repubblica delle banane”, ha aggiunto la fonte.
Fonte: Ansa
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