Aleksej Navalny è uscito dal coma farmacologico, come ha riferito l’ospedale della Charité di Berlino oggi. E sta rispondendo bene sia alle terapie mediche che agli stimoli verbali. “Comunque è ancora troppo presto per formulare ipotesi sui danni cerebrali e gli effetti a lungo termine dell’avvelenamento”, spiegano i dottori che lo hanno in cura a Berlino e che sono in continuo contatto anche con la moglie di Navalny.
Già lunedì l’ospedale della Charité, dove il paziente russo è stato ricoverato dopo il suo trasferimento urgente in Germania, aveva dato notizia delle sue condizioni stabili che avrebbero permesso di staccarlo a breve dai ventilatori meccanici. E oggi la sua portavoce Kira Yarmish, ha inviato un tweet che conferma il bollettino medico, per cui il paziente russo è stato fatto uscire dal coma farmacologico indotto e ora è sveglio e reattivo.
Tutte buone notizie per Aleksej Navalny che, secondo il governo tedesco, era stato avvelenato dal Novichok. Un agente nervino prodotto dall’Unione Sovietica tra il 1970 e il 1993. In Germania adesso si attende che la cancelliera Angela Merkel torni a parlare dell’ “incidente” che ha portato il russo oppositore del governo Putin in stato di coma dopo l’avvelenamento.
È un momento cruciale infatti per gli accordi europei sul nuovo progetto energetico del gasdotto Nord Stream sotto il mar Baltico, che porterebbe il doppio del flusso di gas attuale dalla Russia verso l’Europa, tramite la Germania. Il Nord Stream 2 raddoppierebbe infatti l’infrastruttura del gasdotto e quindi la quantità di gas naturale russo verso il mercato europeo. Un progetto di fondamentale interesse economico e politico per entrambe le parti.
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