Primo piano

Mes, bagarre in maggioranza: Conte media

La quadra sul Mes non si cerca solo in ambienti europei. Anche sul fronte politico interno si scatena il dibattito, con il premier Conte che torna a intervenire sulla questione che ha alimentato l’attrito fra le ali dem e M5s in maggioranza. Secondo il premier, infatti, “non ha senso discuterne ora” ma bisognerà quantomeno attendere la fine della discussione in sede di Eurogruppo. Dopodiché, ha spiegato il presidente del Consiglio, “potremo valutare se questa nuova linea di credito pone condizioni, quali condizioni pone, e solo allora potremo discutere se quel regolamento è conforme al nostro interesse nazionale. E questa discussione dovrà avvenire in modo pubblico e trasparente, dinanzi al Parlamento, al quale spetterà l’ultima parola. Prima di allora potremo disquisire per giorni e settimane, ma inutilmente”.

Nodo condizionalità

In merito al dibattito aperto, il premier ha fatto sapere che la discussione “rischia di dividere l’intera Italia secondo opposte tifoserie e rigide contrapposizioni“. Il punto, ha spiegato, “è sulle condizionalità. Alcuni sostengono che esiste il rischio che rimangano le tradizionali condizionalità macroeconomiche, altri ritengono che, pur se non previste nella prima fase, alcune condizionalità potrebbero essere inserite in un secondo tempo, altri ancora prevedono che si arriverà a cancellare tutte le condizionalità ad eccezione del vincolo di destinazione per le spese di cura e di prevenzione del contagio”. Conte ha precisato che “all’ultima riunione dell’Eurogruppo è stato compiuto un deciso passo avanti perché nel paragrafo corrispondente è richiamata espressamente la sola condizione dell’utilizzo del finanziamento per le spese sanitarie e di prevenzione, dirette e indirette”. La questione, secondo il premier, è che “discutere adesso se vi saranno o meno altre condizioni oltre a quelle delle spese sanitarie e valutare adesso se all’Italia converrà o meno attivare questa nuova linea di credito significa logorarsi in un dibattito meramente astratto e schematico”.

Appello accolto

L’appello alla piena collaborazione, a ogni modo, sembra aver fatto la presa che il premier si aspettava. A dare l’assenso sono i due capidelegazione al governo, in primis il ministro dem dei Beni Culturali, Franceschini: “Mi paiono ragionevoli e condivisibili le parole del Presidente Conte. Non è il tempo di posizioni pregiudiziali ma occorre sostenere la posizione italiana su mezzi e risorse della Ue per affrontare l’emergenza. Tra questi verificheremo se ci sarà la conferma di uno strumento, Mes o come verrà chiamato, senza condizionalità per affrontare la spesa sanitaria. Ora si può utilmente chiudere questa discussione interna e aspettare le conclusioni del Consiglio Europeo“.

Apre al confronto anche Bonafede: “Nei confronti del Presidente del Consiglio c’è piena fiducia da parte del MoVimento 5 Stelle. Nel prossimo Consiglio europeo la maggioranza dovrà adottare una linea compatta se vorrà riuscire nella difficile trattativa in Europa. Il lavoro di squadra è stato e continuerà ad essere fondamentale nell’affrontare l’emergenza Coronavirus”.

DM

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