Primo piano

Juve, bella e vincente. Mourinho esonerato dalla Roma

Una giornata ricca di motivi in serie A, iniziata di prima mattina con l’annuncio dell’esonero di Josè Mourinho e continuata in serata con la scoppiettante vittoria della Juventus che batte il Sassuolo (3-0) e si rimette in scia Inter a meno due dalla capolista.

Juve, un segreto in Serbo

Cominciamo dalla fine. E’ una Juve senza limiti che anche contro il Sassuolo gioca una partita di tanta sostanza. Finisce 3-0 una partita senza sbavature con doppietta di Vlahovic e al tramonto del match il sigillo di Federico Chiesa, che riporta i bianconeri a meno due dall’Inter. Nel merito, bianconeri aggressivi sin dal calcio d’inizio, tanto per far capire agli emiliani l’aria che tira dalle parti della Mole. Il Sassuolo non riesce a ragionare, con i bianconeri che vanno subito in doppio pressing sulla prima palla degli emiliani. Storditi. Così al primo affondo, la Juve passa: il Sassuolo sbaglia l’uscita, palla ai bianconeri che trovano la finalizzazione con Vlahovic, gran mancino dal limite e Juve avanti. La Juve domina sul piano del gioco con il Sassuolo quasi impietrito, tanto da farsi vedere la prima volta intorno alla mezz’ora con due occasioni targate Laurienté ma senza arrecare problemi a Szczesny comunque bravo e reattivo. Un fuoco di paglia, una rondine che non fa primavera, perché la Juve è tanta e quando ingrana la marcia bassa, va via che è una bellezza.

Bis e tris

Il raddoppio porta il nome di Dusan che di cognome fa Vlahovic che firma un gol altrettanto bello con una punizione che bacia la traversa e muore sotto l’incrocio: 2-0. La Juve, come vuole Allegri, non è sazia e continua a suon di palleggio e verticalizzazioni, portando al tiro anche Rabiot, bravo stavolta Consigli a chiudere. Non cambia la musica nella ripresa, con la Juve sempre a tenere in mano le redini della contesa e il Sassuolo a provare a pungere in controgioco, come in occasione della bordata da fuori di Berardi con palla che sfiora il palo. Ci prova ancora Vlahovic poi la Juve si fa sorprendere in contropiede, finalizzato da Berardi, Szczesny si distende e con un gran riflesso chiude. Scaramucce finali, con il Sassuolo che vuole il gol, ma la Juve concede poco e porta a casa altri tre punti. In otto giornate, sei vittorie e due pari, uno con l’Inter. Tanta roba.

Missione sorpasso

La strategia di Allegri è ben chiara. Con l’Inter costretta a fermarsi per l’impegno di Supercoppa in Arabia del prossimo turno (Inter-Atalanta si giocherà il 28 febbraio), il livornese punta all’en plein domenica a Lecce per andare sopra di un punto, da conservare fino al 4 febbraio quando a San Siro andrà in scena il Derby d’Italia. E lì, chi avrà più smalto, potrebbe fare un bel passo in avanti. Nerazzurri che dovranno però poi recuperare la sfida contro la Dea. E’ già accaduto due anni fa, con la partita di Bologna, che sembrava una formalità e che invece ha deciso lo scudetto in favore del Milan con la sconfitta nerazzurra. Corsi e ricorsi storici. Di certo, presentarsi allo scontro diretto col muso davanti, può rappresentare per la Juve la spinta verso il titolo, con l’Inter che giocherà con il fiato sul collo bianconero. Esattamente quello che vuole Allegri.

Terremoto Roma: via Mourinho, dentro De Rossi

L’alba del calcio è segnata dalla notizia che arriva a tamburo battente da Roma. Esonerato José Mourinho. Fatali sconfitta nel derby e quella di San Siro contro il Milan. Uno schiaffo improvviso, che porta la firma del numero uno, il silente Dan Friedkin che di prima mattina convoca il tecnico e gli comunica l’esonero. Mourinho lascia dopo aver vinto la Conference ed essere stato scippato lo scorso anno dell’Europa League. Più tardi l’annuncio del nuovo tecnico che è Daniele De Rossi, bandiera giallorossa, al quale la proprietà chiede di risanare una classifica deficitaria. Quello che stride, è che l’esonero è arrivato alla vigilia di tre partite agevoli, sulla carta, contro Verona, Salernitana e Cagliari, segno che non c’è stata la volontà di concedere al portoghese la possibilità di rifarsi. Per De Rossi, compito difficile. Ma lui, alle battaglie, è abituato da sempre. Almeno da calciatore.

Massimo Ciccognani

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