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Istanbul, la Procura chiede 18 ergastoli per l’omicidio Khashoggi

Nuova svolta nel caso dell’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi. Infatti, la Procura generale di Istanbul ha chiesto la condanna all’ergastolo aggravato, una sorta di 41 bis, per 18 sospetti sauditi accusati di essere stati direttamente coinvolti nell’omicidio del giornalista saudita, avvenuto nel consolato di Riad della metropoli sul Bosforo il 2 ottobre 2018. Per altre due persone, accusate di aver ordinato il delitto, sono state chieste pene minori.

Le richieste della Procura

A firmare le richieste delle pene, è il procuratore Irfan Fidan. I 18 per cui è stato chiesto l’ergastolo sono accusati di aver “ucciso Jamal Khashoggi in modo premeditato, facendo uso di metodi barbari“. Tra questi figura Salah Mohammed al-Tubaigy, il capo dell’unità forense incaricato di fare a pezzi dopo il delitto il corpo del reporter, i cui resti non sono mai stati ritrovati. Gli altri due, accusati di averli “deliberatamente e crudelmente istigati a un omicidio di primo grado”, sono figure passate alla ribalta nei mesi scorsi per la loro vicinanza al principe ereditario Mohammed bin Salman, il suo ex consigliere e responsabile della comunicazione Saud al-Qahtani e l’ex numero due dei servizi segreti Ahmed al-Assiri. Nessuno degli imputati si trova tuttavia in Turchia. Il processo potrebbe dunque non svolgersi visto che in aula non sarebbe presente nessuno degli accusati.

Il caso

Il 2 ottobre 2018, Khashoggi si era recato nel consolato saudita per ritirare i documenti necessari al fine di sposare la sua fidanzata di nazionalità turca. Il giornalista non sapeva però che stava andando incontro alla sua morte: nei locali lo aspettavano, infatti, 15 persone arrivate appositamente da Riad per ucciderlo e nascondere il suo corpo. Secondo il rapporto, sviluppato grazie alle prove della polizia turca e del servizio segreto, Khashoggi è stato iniettato un sedativo e poi soffocato con un sacchetto di plastica. In seguito, come dichiarato da un funzionario turco citato dal Washington Post, il corpo del giornalista saudita Jamal Khashoggi sarebbe stato “sciolto nell’acido” e i resti “sparsi nelle vicinanze del consolato e della residenza del console dell’Arabia Saudita”.

 

Manuela Petrini

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