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Israele, attacco all’Onu: “Non ha ragione di esistere”

Attacco pesantissimo di Israele alle Nazioni Unite, accusate di non prendere posizione rispetto alla presa degli ostaggi da parte di Hamas. L’ambasciatore Gilad Erdan ha puntato il dito contro l’Onu anche in merito alle richieste di cessate il fuoco, arrivando a un lapidario commento sull’Organizzazione: “Non ha ragione di esistere”. Intanto, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, incontra il premier Netanyahu.

Israele attacca l’Onu

Nuovo durissimo attacco di Israele all’Onu. L’ambasciatore Gilad Erdan in Assemblea Generale ha parlato del bimbo israeliano Kfir, ostaggio di Hamas, che ha festeggiato il suo primo compleanno in prigionia. “E voi preferite discutere del cessate il fuoco?”, ha urlato, promettendo che il suo Paese continuerà a lottare per difendersi. “Un’organizzazione che non prende posizione quando un bambino di un anno è preso in ostaggio è complice dei terroristi e non ha ragione di esistere“, ha detto, puntando ancora il dito contro l’Onu perché “continua a concentrarsi sul cessate il fuoco a Gaza e sugli aiuti e non sugli ostaggi”.

Blinken incontra Netanyahu

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha incontrato il premier israeliano Benyamin Netanyahu, a cui ha chiesto di evitare “ulteriori danni ai civili” a Gaza. Lo riferisce il portavoce del dipartimento di Stato a Tel Aviv.

“Il segretario ha riaffermato il sostegno degli Stati Uniti al diritto di Israele di impedire che gli attacchi terroristici del 7 ottobre si ripetano e ha sottolineato l’importanza di evitare ulteriori danni civili nonché di proteggere le infrastrutture civili a Gaza”, ha detto il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller dopo il colloqui tra Blinken e Netanyahu.

Operazioni a Khan Yunis

Le operazioni a Khan Yunis, nel sud di Gaza, “si intensificheranno e continueranno fino a quando i capi di Hamas saranno raggiunti e gli ostaggi recuperati”. Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant a Blinken. “I cambiamenti nelle tattiche di combattimento nella zona nord della Striscia – ha aggiunto Gallant – permetteranno a Israele di raggiungere i suoi obiettivi nella guerra“.

“Un aumento della pressione sull’Iran è fondamentale e potrebbe impedire un’escalation regionale in ulteriori aree”,ha detto ancora Gallant a Blinken. Gallant ha anche definito “prioritario il ritorno al nord del Paese degli sfollati israeliani” costretti a fuggire dalle azioni degli Hezbollah libanesi. “Israele – ha confermato – preferisce ottenere questo obiettivo con la via diplomatica, ma sta preparando anche alternative militari”.

Fonte: Ansa

redazione

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