In Iran, dopo che, dallo scorso sedici settembre centinaia di migliaia di persone protestano per le strade chiedendo la fine del regime, sono stati uccise molte centinaia di manifestanti, tra cui molti minorenni. Iran Human Rights ha sottolineato che, nel paese, almeno cento persone sono state condannate a morte, tra cui cinque donne.
La Iran Human Rights (Ihr) con sede in Norvegia, come riporta Bbc, ha riferito che, nel paese attualmente almeno 100 persone, tra le quali 5 donne, sono state condannate a morte o accusate di reati capitali dopo le proteste in Iran, afferma un gruppo per i diritti umani.
In realtà si ritiene che il numero reale di manifestanti che rischiano la pena di morte sia molto più alto perché le famiglie sono state sottoposte a pressioni per rimanere in silenzio. Finora due giovani sono stati giustiziati mentre secondo Ihr, sono stati uccisi almeno 476 manifestanti, tra cui 64 bambini e 34 donne.
La repressione in Iran non ferma il movimento di protesta che anzi guadagna una nuova protagonista: è Sara Khadim al-Sharia, la campionessa di scacchi che ha sfidato gli ayatollah giocando ai Mondiali in Kazakhstan senza indossare l’hijab, il velo obbligatorio.
La foto della ragazza, 25 anni, davanti alla scacchiera con il suo ciuffo di capelli sberleffo ai conservatori iraniani ha fatto il giro del mondo proprio mentre a Teheran il presidente Ebrahim Raisi lanciava il suo anatema contro i dimostranti: “Non avremo nessuna pietà”.
Scacchisti, pattinatrici, scalatori, nuotatori, calciatori, attori, attrici, registi, gente comune: tutto in Iran sembra volgersi contro il potere centrale di Teheran, come forse non era mai accaduto dal 1979.
Nella giornata di oggi, 28 dicembre, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha convocato l’ambasciatore dell’Iran per manifestargli l’indignazione e la preoccupazione dell’Italia per quanto sta accadendo nel Paese.
Fonte: Ansa
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