Primo piano

Inghilterra e Italia non si fanno male

Non sarebbe mai e poi mai stata una rivincita, ma anche stasera l’Italia è riuscita a tenere testa all’Inghilterra. Niente gol, ma una partita divertente, con Mancini che può guardare con fiducia al nuovo corso azzurro.

Southgate e Mancini, squadre stravolte

C’è ancora l’Inghilterra sulla strada degli azzurri dopo l’11 luglio. Ma non si gioca a Wembley, ma al Molineaux di Wolverhampton. Tanti cambi per Roberto Mancini nella sfida contro gli inglesi, ma anche per il tecnico britannico. Ben nove i cambi azzurri rispetto alla gara di Cesena contro l’Ungheria. Davanti a Donnarumma, cambia completamente l’assetto difensivo con Di Lorenzo e Dimarco esterni, Gatti e Acerbi centrali. In mezzo si rivede Frattesi con Locatelli e Tonali. In prima linea torna Scamacca centravanti con Pessina a destra e Lorenzo Pellegrini a sinistra. Southgate (4-2-1-3), si affidata in prima linea al romanista Tammy Abraham, accompagnato da Sterling e Grealish, Mount a rifinire per gli attaccanti. In mezzo Rice e Ward-Prowse. Dietro James e Trippier sugli esterni di difesa, in mezzo Maguire e il milanista Tomori davanti a Ramsdale. Gara affidata alla direzione del polacco Szymon Marciniak.  Si gioca a porte chiuse per la squalifica imposta dalla Uefa alla Nazionale inglese dopo gli episodi di violenza nella finale dell’Europeo. Stadio deserto, con soli 1500 bambini accompagnati, che hanno reso meno triste la sfida. 

Due occasioni per parte: all’intervallo è 0-0

Non c’è la pressione della finale europea, e così ne esce fuori un primo tempo estremamente divertente, giocato a viso aperto e senza tatticismi. Inghilterra e Italia non si risparmiano, quello che è mancato è stato solo il gol. L’atteggiamento di Mancini, in questi primi quarantacinque minuti paga, con una squadra con tanti centrocampisti, con i due esterni d’attacco, Pessina e Lorenzo Pellegrini, ad abbassarsi in fase di non possesso sulla linea mediana. Più palla agli inglesi, ma l’Italia ha sempre ribattuto colpo su colpo, sfiorando in un paio di circostanze il gol. Prima con Frattesi che ha sfruttato un assist al bacio di un illuminato Pellegrini per presentarsi solo davanti al portiere inglese, ma ha aperto troppo sul secondo palo con palla che è sfilata fuori di un nulla. Poi una bella verticalizzazione di Locatelli per Di Lorenzo che dal fondo ha rimesso in mezzo, il velo di Pellegrini e palla per il solissimo Tonali che ha colpito a botta sicura incrociando sul secondo palo, centrando però il portiere inglese. Allo scadere ci ha provato anche Scamacca, girata al volo, palla in curva. Due occasioni anche per gli inglesi, la prima su un disimpegno sbagliato di Donnarumma che ha innescato Abraham, ma è stato bravo Locatelli a frapporsi al romanista e non lasciarlo calciare. Poi la traversa colpita da Mount dopo un assist di Sterling. Buon ritmo per tutto il primo tempo e, come detto, il divertimento non è mancato. All’appello, solo il gol. Una buona nazionale sotto l’aspetto tattico. Cambiano gli uomini, ma la sostanza c’è.

Niente guizzi, finisce 0-0

Non cambia la musica nella ripresa, con due squadre volitive che se la giocano ad armi pari. Sterling sciupa ad un passo dalla porta azzurra. Prova a spingere la squadra inglese, ma l’Italia c’è, è attenta e gioca con giudizio e accortezza tattica. Pellegrini ancora ad illuminare con palla sul secondo palo, Di Lorenzo chiuso in extremis in angolo. Doppio cambio per Mancini che inserisce Gnonto ed Esposito per Locatelli e Pellegrini, e triplo cambio anche per Southgate: fuori Abraham, Rise e Mount, dentro Kane, Phillips e Bowen.  Guizzo di Gnonto, destro, palla sull’esterno della rete. Il tutto a venti dalla fine, con Inghilterra e Italia che si equivalgono, in tutto. Così Mancini rimodula la prima linea, inserendo Raspadori per Scamacca. Fuori anche Sterling negli inglesi, dentro Saka. Il cronometro scandisce veloce i minuti e alla fine, adesso, ne mancano davvero pochi con Inghilterra e Italia che hanno speso molto, il ritmo si abbassa e la stanchezza comincia a farsi sentire. Ultimi due cambi per Mancini al tramonto del match: dentro Cristante e Florenzi, fuori, Pessina e Dimarco. Tre di recupero dove succede praticamente nulla. Finisce come era iniziata, con un pari che conferma i progressi tecnici e mentali degli azzurri. La squadra, seppure in via sperimentale, sembra aver metabolizzato le idee di Roberto Mancini. Mancavano tanti interpreti, ma nonostante tutto, anche stasera la Giovane Italia, ha dimostrato che il materiale c’è. E c’è anche tutto il tempo per lavorarci.

Massimo Ciccognani

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