Terrore a Montferrier-sur-Lez, paesino dell’Herault, in Francia, dove un uomo a volto coperto, armato con un fucile a canne mozze e un coltello ha fatto irruzione nella casa di riposo per i monaci del locale monastero.
Sessanta tra frati, suore e inservienti laici sono stati ostaggio dell’assalitore che ha prima imbavagliato e poi ucciso a pugnalate la custode dell’ospizio “Le Querce Verdi”, che gli aveva aperto la porta. La donna aveva però fatto in tempo ad avvertire la polizia ed è per questo, forse, che il killer ha deciso di eliminarla. I primi ad arrivare sono stati una quindicina di teste di cuoio del gruppo Psig-Sabre, di stanza nella regione. Raggiunti da gendarmi e da uomini del Raid di Lunel e di Montpellier. Un meccanismo voluto – dopo gli attentati del 13 novembre – dal ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve: qualsiasi luogo della Francia, anche il più sperduto in campagna, deve essere sempre raggiungibile da un reparto antiterrorismo entro 20 minuti al massimo.
Il cadavere della custode, in un lago di sangue, è stato ritrovato al piano terra dagli uomini delle teste di cuoio. I tre piani dell’edificio sono stati “bonificati” uno dopo l’altro, gli anziani monaci, a gruppi – prima di 15, poi di 30 – sono stati messi in salvo. Ma dell’uomo protagonista dell’irruzione omicida, che ha agito da solo, nessuna traccia. In giornata, da fonti della polizia erano trapelati possibili obiettivi del gruppo di terroristi arrestati nella notte fra sabato e domenica scorsi fra Strasburgo e Marsiglia: tutti a Parigi e dintorni, dagli Champs-Elysees con i suoi mercatini di Natale a Disneyland, da diverse chiese alla sede della prefettura di polizia, da una fermata della metropolitana ai bistrot del XX arrondissement. Appena superato il primo anniversario delle stragi del 13 novembre, la Francia sembra essere subito ripiombata nel clima di paura che si respira nel paese ormai da due anni.
Al momento la prefettura propende per la semplice “azione criminale“, un movente di delinquenza comune o di follia. Ma la pista terroristica “non è esclusa”. L’uomo, armato, viene cercato ovunque, nelle cantine, negli edifici adiacenti. I 60 monaci, le suore, i cinque o sei impiegati laici che lavoravano in quel momento nella casa di riposo, sono stati messi in salvo dai reparti speciali.
foto di Ansa.it
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