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Fnopi: dove mancano gli infermieri la performance è peggiore

Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche (Fnopi) spiega che in Italia c’è una carenza di circa 65-70 mila infermieri e che questa mancanza va a danneggiare la stessa performance  della sanità italiana

La figura dell’infermiere è essenziale

Gli infermieri sono un cardine essenziale dell’assistenza sul territorio, per il recupero e il monitoraggio dell’appropriatezza e, con lei, dell’equità del sistema e rappresentano l’anello di congiunzione tra professioni sanitarie e sociali. Ma gli infermieri sono anche i professionisti più carenti nella sanità italiana con circa 65-70mila unità in meno. E dai risultati del rapporto Crea emerge un dato che lo conferma: quasi tutte le Regioni con le performance peggiori sono anche quelle dove la carenza di infermieri è maggiore: la carenza è bassa o assente ad esempio in Veneto, a Bolzano e Trento che hanno ottenuto il migliore risultato nell’analisi Crea Sanità, mentre è altissima (non meno di 5mila e anche sopra le 10mila unità) in Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e in generale in tutte le Regioni con le performance peggiori”. È quanto si legge in una nota della Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche (Fnopi).

Barbara Mangiacavalli (Fnopi): “Il tradizionale modello organizzativo è ormai inefficace”

“Il tradizionale modello organizzativo è ormai inefficace per rispondere alle esigenze di salute della popolazione come dimostra anche l’analisi Crea Sanità – spiega Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi –. Il nuovo paradigma sanitario si fonda sulla costruzione di reti di prossimità territoriale, determinando uno spostamento dei setting assistenziali dai luoghi tradizionali di cura, come gli ospedali, verso strutture territoriali che possano favorire l’integrazione sociosanitaria e la continuità dei percorsi”. Questo richiede “l’evoluzione della professione infermieristica, dei relativi profili di competenza e dei ruoli agiti nelle diverse strutture sanitarie e dei percorsi formativi che possano accompagnare e stimolare il cambiamento. Siamo a disposizione di Istituzioni e Governo per raggiungere insieme un accordo sulle tematiche sanitarie attuali particolarmente complesse inerenti al ruolo professionale infermieristico”.

Fonte: Angesir

redazione

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