Trentottomila e non si ferma. Avanza a ritmo serrato la raccolta firme per riaprire i battenti all’ospedale Carlo Forlanini, una delle strutture sanitarie più importanti (fino a poco tempo fa) della Capitale. Chiuso dal 2015, fra parecchi interrogativi dei romani, l’idea dei cittadini (sostenuta dalla maggioranza pentastellata capitolina) sarebbe di ripristinare il funzionamento della vecchia struttura, in parte ancora utilizzata ma per altre attività, e farne un polo di supporto al vicino Spallanzani, con il quale formava fino al 1996 un’unione anche con il San Camillo. In linea teorica, si parlerebbe di una superficie di 3 mila metri quadri con 2500 potenziali posti letto, addirittura 50 per la terapia intensiva.
Una proposta nata spontaneamente dalla cittadinanza, da cinque anni priva di un istituto considerato un’eccellenza nel campo delle malattie polmonari (la sua edificazione negli anni ’30 fu voluta per contrastare la diffusione della tubercolosi). Al momento, però, l’appoggio del Comune e le oltre 38 mila firme raggiunte dalla petizione su Change.org non sembrano garantire speranze concrete: a frenare la richiesta è la stessa Regione Lazio che vede nella riapertura un’impresa troppo gravosa e, soprattutto, troppo lunga per essere utile all’emergenza. Il primo altolà è arrivato dall’assessore alla Sanità della Pisana, Alessio D’Amato: “Riattivare una struttura del genere richiederebbe mesi, forse anni. Si tratta di una proposta assolutamente inutile. Servono, invece, risposte immediate nei prossime sette giorni. Non progetti per i prossimi sette anni. L’idea della sindaca Virginia Raggi è strampalata e senza senso”.
Va da sé che al momento, come altre strutture della Capitale in disuso, il Forlanini richiederebbe un importante intervento di ristrutturazione per garantire la destinazione d’uso ospedaliera, nonostante alcuni settori siano ancora utilizzati per attività culturali. Del resto, l’idea di ripristinarlo almeno in parte sembra aver polarizzato i cittadini romani, favorevoli a rimettere in funzione una struttura che, ormai da cinque anni, ha accantonato la sua operatività in sede per trasferirla nei nosocomi del San Camillo e dello Spallanzani. In un contesto di emergenza rappresenterebbe comunque una risorsa importante, pur prendendo atto delle condizioni di degrado dovute a un lustro di completo abbandono.
Una situazione che non scoraggia comunque la prima cittadina di Roma, Virginia Raggi, pur consapevole delle possibili difficoltà tecniche: “Sono assolutamente a favore. Se fosse possibile riaprire il Forlanini dall’oggi al domani sarei in prima linea. Indipendentemente da quando può essere riaperto, comunque per me è un presidio da riaprire. La sanità pubblica è la garanzia che consente di curare tutti. Speriamo adesso nella Regione Lazio, noi ci siamo e siamo in prima linea”. La questione è capire se la proposta sia razionalmente complicata, visto il breve tempo a disposizione e i dubbi legati alla sicurezza, o magari un’occasione per dimostrare che il recupero di un bene pubblico (oltre che storico) è davvero possibile. In tempi di emergenza un quesito di non facile soluzione.
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