Primo piano

Dall’11 settembre si torna sui banchi di scuola

Si avvicina il suono della campanella per i circa sette milioni di studenti che tra circa un mese – tra l’11 settembre in Piemonte, Trentino e Valle d’Aosta e il 15 in Emilia Romagna, la Toscana e il Lazio – torneranno sui banchi di scuola. Da settembre saranno inoltre operativi circa 50mila nuove figure, i docenti tutor e i docenti orientatori, rivolti a circa 70mila studenti delle classi dell’ultimo triennio delle scuole secondarie di II grado. Anche quest’anno, secondo i sindacati, entreranno in aula oltre 200mila supplenti annuali.

Vecchi problemi e novità

Tra meno di 15 giorni inizierà il nuovo anno scolastico per circa 7 milioni di studenti e tanti sono i problemi vecchi e numerose le novità. Tra i temi che si ripresentano ogni anno c’è quello del precariato: secondo i sindacati della scuola anche quest’anno saranno oltre 200 mila i supplenti annuali ai quali sono da aggiungere quelli con supplenze più brevi e questo nonostante il ministero dell’Istruzione abbia varato nei mesi scorsi un piano straordinario di reclutamento.

Le nuove figure

Tra le novità di quest’anno scolastico, ci sono le figure del docente tutor e del docente orientatore: da settembre infatti saranno pienamente operativi circa 50.000 docenti tutor e orientatori, che aiuteranno gli studenti delle circa 70.000 classi dell’ultimo triennio delle scuole secondarie di II grado a effettuare scelte consapevoli e costruire un percorso di studi e di lavoro che faccia emergere i talenti di ciascuno. Il tutor avrà anche il compito di favorire il recupero per i ragazzi che manifestano maggiori difficoltà, consentendo al tempo stesso a quelli che hanno particolari talenti di potenziarli. Questi docenti hanno ricevuto nei mesi scorsi una formazione specifica: hanno inoltrato la richiesta di partecipazione ai moduli formativi 52.176 professori per il tutor e 4.252 per diventare docente orientatore.

Le “classi pollaio”

Tra le notizie preoccupanti che riguardano il mondo della scuola e non solo, il fatto che sta divenendo sempre più evidente la mancanza, soprattutto alle scuole primarie e nei piccoli centri, di bambini, il che rende difficile la formazione delle classi primarie. Al tempo stesso, alle superiori, e in particolare nelle grandi città, continua ad essere presente il problema delle cosiddette ‘classi pollaio’ formate da oltre 30 studenti. Il trend – secondo quanto rappresentano i dirigenti scolastici e i sindacati della scuola – rimane lo stesso degli ultimi anni perché la stessa è la normativa che pone a 27, nelle scuola superiore, il numero minimo di studenti: quindi le prime classi anche quest’anno continueranno ad avere da 27 a 30-31 o più studenti; i numeri si alleggeriscono un po’ solo nelle classi successive, per bocciature e cambi di istituto.

Assunzioni e concorsi

Tra gli altri temi, quello dei percorsi formativi abilitanti all’insegnamento che potrebbero vedere la luce probabilmente a gennaio 2024, e dei concorsi: entro la prima metà di settembre dovrebbe essere emanato il bando del concorso ordinario per i dirigenti scolastici. Inoltre, entro fine settembre dovrebbero essere pubblicati i bandi per i concorsi in tutti gli ordini delle scuole per posti comuni e di sostegno. In queste ore, intanto, è stato pubblicato il bando per nuove assunzioni pari a 590 unità di personale per i servizi di pulizia negli istituti.

Il caro-libri

C’è poi all’orizzonte delle famiglie italiane la stangata del caro-libri. Secondo il sindacato dei librai gli aumenti si attesteranno ben oltre il 10% rispetto allo scorso anno, con una spesa che può superare i 500 euro per gli studenti delle scuole superiori. Tanto più che, come denunciato da Paolo Notarnicola, coordinatore della Rete degli Studenti Medi, il problema è aggravato dal fatto che i testi di riferimento vengono cambiati con piccole modifiche o aggiunte, ma gli studenti devono comunque comprarli ex novo. I Cinque stelle in queste ore hanno annunciato di aver depositato una proposta di legge che prevede diverse misure per garantire il diritto allo studio, tra cui l’istituzione di una “dote educativa”, per prevenire e contrastare la dispersione scolastica e sostenere il diritto allo studio. Infine, per verificare il recupero dei debiti scolastici gli esami potranno svolgersi fino all’8 settembre.

Il calendario

Le Regioni hanno definito i calendari scolastici anche se poi i singoli istituti, nella loro autonomia, possono decidere di adattare “il calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali su proposta del collegio dei docenti” fermo restante il limite di 200 giorni di lezioni al fine di assicurare la validità dell’anno scolastico. Se l’anno scolastico formalmente parte dal 1 settembre, la campanella suonerà per la prima volta in Piemonte, Trentino e Valle d’Aosta l’11 settembre 2023, dando il via ufficiale alle lezioni. Gli studenti lombardi seguiranno il giorno successivo, 12 settembre. Il 13 settembre si torna tra i banchi in diverse regioni: Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia, Umbria e Veneto. Per i giovani della Calabria, Liguria, Molise, Puglia e Sardegna il rientro è fissato al 14 settembre. Concludono l’inizio dell’anno scolastico l’Emilia Romagna, la Toscana e il Lazio, il 15 settembre. Le vacanze di Natale in linea di massima saranno in tutte le regioni dal 23 dicembre al 6 gennaio 2024 compresi; quelle di Pasqua dal 28 marzo al 2 aprile 2024. Per sentire il suono dell’ultima campanella nella maggior parte delle regioni bisognerà attendere l’8 giugno 2024. Ma in Emilia Romagna, Marche e Valle d’Aosta le lezioni si concluderanno il 6 giugno; in Puglia e Toscana il 7 giugno; l’ultimo il Trentino Alto Adige, dove la scuola terminerà l’11 giugno.

Fonte Ansa

redazione

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