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Crisi ucraina: separatisti chiedono sostegno a Mosca, Kiev proclama lo stato di emergenza

Dopo la mobilitazione dei riservisti da parte dell’esercito ucraino, i leader delle autoproclamate repubbliche separatiste della regione orientale del paese, il Donbass, hanno inviato un messaggio al presidente russo Vladimir Putin per chiedergli sostegno contro quella che definisco l’aggressione di Kiev. Intanto, da domani in Ucraina vige lo stato di emergenza. Dall’altra parte dell’oceano, si continua con le sanzioni nei confronti della Russia. L’amministrazione democratica guidata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha imposto nuove sanzioni contro il gasdotto North Stream 2 e i dirigenti della società.

La situazione

I responsabili delle repubbliche di Donetsk e Luhansk, nel messaggio al presidente russo, hanno detto che le azioni di Kiev dimostrano la sua mancanza di volontà nel porre fine alla guerra del Donbass, ha riferito il portavoce del Cremlino. Nel frattempo, il Parlamento ucraino ha approvato stasera, con 335 voti favorevoli, l’introduzione dello stato d’emergenza a partire da domani in tutto il Paese, proposto dal presidente Volodymyr Zelensky e sostenuto dal Consiglio di sicurezza nazionale, di fronte alla minaccia di un’invasione russa.

Richiesta separatisti

I leader delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk, nel Donbass, hanno rivolto un appello a Putin per ottenere sostegno. “Un esempio di operazione sotto falsa bandiera“, ha definito la cosa la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. Una sorta di pretesto che Mosca vuole usare “per giustificare un attacco contro l’Ucraina“, ha osservato Psaki aggiungendo inoltre che Putin “improvvisa e adatta la sua strategia in funzione delle nostre reazioni” in Occidente.

Casa Bianca

“Tutte le opzioni restano sul tavolo”, ha poi ribadito la portavoce della Casa Bianca, ripetendo che Biden è pronto a inasprire le sanzioni contro la Russia in caso di ulteriore escalation della crisi ucraina. Il presidente degli Stati Uniti ha annunciato di aver imposto sanzioni contro il gasdotto North Stream 2 e i dirigenti della sua società nell’ambito della crisi ucraina, rende noto la Casa Bianca. “Ieri, dopo ulteriori consultazioni tra i nostri due governi, la Germania ha annunciato che fermerà la certificazione della pipeline. Oggi ho ordinato alla mia amministrazione di imporre sanzioni contro North Stream 2 Ag e i dirigenti della società”, si legge in una nota. “Questi passi sono un altro pezzo della nostra tranche iniziale di sanzioni in risposta alle azioni russe in Ucraina”, ha proseguito Biden, ribadendo che non esiterà a “prendere ulteriori misure se la Russia continua ad aumentare la tensione”. Il presidente sottolinea inoltre che Putin con il suo operato “ha fornito al mondo un incentivo enorme ad allontanarsi dal gas e da altre forme di energia russe” e ringrazia il cancelliere tedesco Olaf Scholz per la sua “stretta partnership e la continua dedizione a far sì che la Russia risponda delle sue azioni”. “Ora North Stream 2 è solo un pezzo di ferro nel fondo del mare”, ha dichiarato il portavoce del dipartimento di Stato Usa Ned Price.

Lorenzo Cipolla

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