Il Tribunale amministrativo della Sardegna ha deciso la sospensione parziale dell’ordinanza emessa dal governatore Christian Solinas. Il provvedimento prevedeva il tampone per chiunque arrivasse in Sardegna dal 14 settembre al 7 ottobre. Una decisione che i giudici amministrativi hanno preso dopo il ricorso presentato dal Governo, che aveva impugnato l’ordinanza. L’esecutivo, infatti, aveva posto l’accento sul punto dell’obbligatorietà del test per chiunque non fosse in possesso di un pregresso certificato di negatività. Da presentare all’imbarco verso la Sardegna. L’alternativa, infatti, sarebbe stata l’effettuazione di un test (tampone oppure analisi antigenica o sierologica) entro le 48 ore dall’arrivo, da trascorrere in isolamento fiduciario.
Secondo il ministro agli Affari regionali, d’intesa col governo, il provvedimento disposto dalla giunta Solinas entrava in contrasto con l’articolo 16 della Costituzione, che regola la libera circolazione dei cittadini. Il che, di fatto, fa riferimento solo ai primi tre passaggi dell’ordinanza, quelli incentrati sui test anti-Covid. I giudici spiegano infatti che “non vi sono ragioni per una pronuncia cautelare sulle ulteriori disposizioni dettate negli altri articoli dell’ordinanza impugnata”. I quali “potrebbero ritenersi peraltro giustificate dall’evolversi della situazione epidemiologica nella Regione”. In base alle disposizioni dei magistrati, quindi, resterà in vigore la misura delle mascherine negli ambienti, chiusi e aperti, in tutto l’arco delle 24 ore. Permangono anche le disposizioni sul trasporto pubblico in vista della riapertura delle scuole, con possibilità di occupazione dei posti a sedere pari all’80%.
Lapidario il commento del governatore Solinas, che ha convocato una conferenza stampa subito dopo il pronunciamento del Tar. “Se mai ci fosse bisogno di conferma che viviamo in un Paese dove il governo utilizza due pesi e due misure – ha spiegato -, questa vicenda è la rappresentazione plastica. Mentre in Sardegna si impugnano ordinanze adottate per tutelare salute pubblica, in altre parti del Paese si adottano ordinanze discriminatorie nei confronti dei sardi prevedendo test e quarantena per chi proviene dall’Isola, si adotta e si copia il passaporto sanitario proposto da noi. Ora mi aspetto dal governo che impugni anche quelle ordinanze“.
Obiettivo centrato, invece, per la Regione Piemonte. Il Tar regionale, infatti, ha respinto la sospensiva richiesta dai ministri Lucia Azzolina e Roberto Speranza, che chiede alle scuole la misurazione della temperatura degli studenti a inizio lezione. Come riferito dall’Ansa, la norma richiesta dal governatore Alberto Cirio non entra in contrasto con le disposizioni del governo, ma ne rappresenta un’integrazione. “Sono dispiaciuto – ha commentato il presidente – che la scelta del Governo sia stata quella di entrare in netto contrasto con il Piemonte, invece che considerarlo un esempio”. Il provvedimento, infatti, “mira a garantire più sicurezza per i propri cittadini, introducendo un livello di controllo in più per tutelare la salute di bambini e ragazzi, del personale scolastico e dei nonni”.
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