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Covid, scendono i nuovi casi. Sestili: “Il picco sembra essere superato”

Mentre diminuiscono i nuovi casi giornalieri di positività al Covid individuati, nel nostro Paese i decessi dall’inizio della pandemia superano quota 170mila, secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute. Sembrerebbe intanto superato il “picco” dei contagi dovuti la nuova ondata di Covid spinta dalla sottovariante BA.5 di Omicron, secondo le analisi del fisico Giorgio Sestili, sentito da Ansa.

I dati

I nuovi casi Covid registrati nelle ultime 24 ore sono 31.205, mentre i decessi 112 . Il totale dei decessi dall’inizio della pandemia sale così a 170.037, mentre gli attualmente positivi sono attualmente 1.454.395 (10.655 in meno), in totale 20.177.910 i contagiati dall’inizio della pandemia.

In un giorno sono stati effettuati 135.642 tamponi, molecolari e antigenici, e il tasso di positività è pressoché stabile, dal 22,8% di all’odierno 23%.

Salgono di 14 unità i pazienti in terapia intensiva, 417, mentre i ricoverati nei reparti ordinari sono 10.848 (272 in più).

Il picco

Ha superato il picco in Italia, la nuova ondata di Covid spinta dalla sottovariante BA.5 di Omicron, con i casi che stanno scendendo da cinque giorni consecutivi. Lo rilevano le analisi del fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook “Dati e analisi scientifiche”. “Il picco sembra essere superato – ha detto Sestili all’Ansa – e i casi mostrano una riduzione pari al 14% in una settimana“. Il prossimo passo sarà vedere scendere anche l’indice di contagio Rt sotto 1 e “dovremmo essere in grado di vederlo fra qualche giorno”, ha detto Sestili riferendosi ai siti che calcolano questo indice con metodi più aggiornati rispetto a quelli utilizzati dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss). “Ci vorranno invece circa tre settimane -ha aggiunto – per vedere l’indice Rt calcolato dall’Iss scendere sotto 1. Continuano intanto a crescere i ricoveri, che nell’ultima settimana hanno registrato un aumento del 17% nei reparti ordinari e del 15% nelle terapie intensive: “è una crescita ridotta e, considerando che è stato raggiunto il picco dei casi, fra una settimana circa dovremmo cominciare a vedere quello dei ricoveri”. E’ ancora notevole invece l’aumento dei decessi, “con una crescita del 46% nell’ultima settimana che rispecchia quella avvenuta nei casi circa 20 giorni fa. Di conseguenza, vedremo aumentare i decessi ancora un po’ – ha aggiunto Sestili – e potremmo cominciare a ipotizzare il picco fra 15 giorni circa“. Quanto ai casi, il fisico ha osservato che “la loro riduzione non sta avvenendo in modo uniforme in Italia, con alcune regioni in cui i casi nell’ultima settimana sono aumentati, come Sicilia (65%) e Valle d’Aosta (39%), altre che dopo avere avuto una crescita lieve hanno cominciato una discesa e altre ancora che hanno registrato una riduzione significativa, come il Lazio“. E’ un calo sul quale fanno sentire il loro peso più fattori, primo fra tutti quello delle vaccinazioni, ha osservato Sestili. “Questa – ha aggiunto – è una delle caratteristiche di questo virus, con un livello di protezione determinato dai vaccini, che si rivelano molto efficaci nell’evitare i ricoveri, ma non i contagi. Vediamo che i casi sono su livelli alti, ma per fortuna la situazione negli ospedali resta sotto controllo, e questo è solo merito dei vaccini”. Secondo Sestili “un virus indebolito, ma enormemente più contagioso avrebbe portato a un disastro negli ospedali”. Un’altra novità di questa ondata è che i contagi stanno scendendo senza restrizioni e questo è probabilmente dovuto, ha detto, a “un’immunità diffusa che nasce dal fatto che quasi tutti sono stati contagiati o vaccinati, anche considerando la piccola percentuale di chi si è reinfettato dopo essersi contagiato con le prime varianti”. Si tratta, ha aggiunto Sestili, di “una nuova dinamica alla quale ci dovremo abituare, con fiammate veloci nel portare a un alto numero di casi e altrettanto veloci nello scendere”. Sarà probabilmente questa anche la tendenza del prossimo autunno, con “nuove ondate probabilmente determinate dall’arrivo di nuove varianti. Di queste ultime, non possiamo conoscere la natura, ma sarebbe un errore – ha concluso – dare per scontato che siano meno aggressive”.

Lorenzo Cipolla

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