Quattro persone sono state fermate in Francia nell’ambito dell’inchiesta sull’auto ritrovata non lontano dalla cattedrale di Notre Dame a Parigi, priva di targa e con a bordo sei bombole di gas. Si tratta di due coppie, originarie del Loiret, scrive France Info. Una di queste era “ben nota” ai servizi di intelligence per la sua appartenenza ai gruppi islamici radicali.
Le persone fermate hanno età comprese tra i 26 ed i 34 anni. La prima delle coppie fermate è stata intercettata dalle forze dell’ordine martedì in un’area di sosta lungo l’autostrada vicino Orange, nel Vaucluse. L’uomo, 34 anni e la sua compagna, 29, avevano con sé tre bambini, tra i 3 e i 6 anni. Sono entrambi noti ai servizi di informazione, rende noto l’emittente francese. L’altra coppia è stata fermata nella tarda serata di ieri a Montargis, nel dipartimento del Loiret.
I fatti sono ancora avvolti dal mistero, ma con l’allerta sempre altissima a Parigi nulla viene preso sottogamba dagli inquirenti. Tanto più che la dinamica mette in luce soprattutto un ennesimo “buco”, una voragine, nella sicurezza francese: con la città controllata e percorsa in lungo e in largo da militari, gendarmi mobili e fissi, spiata dalle telecamere, è possibile di sabato sera lasciare un’auto in sosta vietata fra la cattedrale di Notre Dame e il principale commissariato di polizia, sul quai Montebello. Con le quattro frecce lampeggianti accese e una bombola di gas (vuota) in bella vista nell’abitacolo. Per due ore è rimasta così, poi il gestore di un locale vicino ha chiamato la polizia che ha aperto il veicolo e ha trovato, nel portabagagli, altre sei bombole, queste piene di gas. Sul sedile posteriore, fogli scritti in arabo, in corso di traduzione.
La dinamica dei fatti è ancora oscura. La polizia ha rintracciato dopo qualche ora il proprietario dell’auto, nonostante dalla vettura fosse stata asportata la targa. E’ un residente a Saint-Denis, che è stato subito fermato e poi rilasciato. Aveva denunciato la scomparsa della figlia, la quale gli aveva raccontato di voler trascorrere il week-end con un’amica ma se ne era poi andata con l’auto del genitore, la Peugeot 607 poi ritrovata a Notre Dame. Non si sa però chi abbia guidato, chi abbia parcheggiato e perché sia stata condotta un’azione con bombole esplosive senza che nessun innesco che potesse farle esplodere.
A riecheggiare in queste ore nella capitale francese insanguinata dal terrorismo negli ultimi mesi sono le parole del capo dei servizi di sicurezza interni (Dgsi) Patrick Calvar, che ad inizio maggio parlò della possibilità che i jihadisti a Parigi possano passare alle autobombe o agli ordigni esplosivi.
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