Svolta storica per Alitalia. In una fase in cui le certezze per il futuro viaggiano ancora su binari fantasma, la compagnia di bandiera non porterà più i suoi velivoli, a partire dall’1 ottobre, sulle piste dell’aeroporto milanese di Malpensa. Il volo Az01023, in partenza da Milano e diretto a Fiumicino il prossimo 30 settembre, potrebbe definitivamente chiudere la stagione di Alitalia nel maggiore degli scali meneghini, una decisione filtrata dagli ambienti aeroportuali e frutto, probabilmente, della flessione dei voli intercontinentali. Anzi, addirittura, gli ultimi voli previsti tra i due più importanti aeroporti italiani potrebbero essere cancellati, senza riprogrammazione nemmeno su Linate. Chiudendo di fatto la questione ben prima del primo di ottobre.
Un inedito assoluto nella lunga e, soprattutto in tempi recenti, densa storia della compagnia di bandiera. E, in realtà, anche dello scalo della provincia di Varese, che dalla sua costruzione nel 1948 aveva sempre ospitato gli aeromobili di Alitalia. La cessazione di tale storico rapporto è stata naturalmente accolta con perplessità dall’assessorato alle Infrastrutture della Lombardia, con il titolare Claudia Terzi a commentare che “la cosiddetta compagnia di bandiera sceglie dunque di annullare i collegamenti tra la capitale e il principale aeroporto della Lombardia e del Nord Italia. Una scelta pessima che mal si concilia con gli ingenti aiuti di Stato, pagati anche dalle tasse dei lombardi, incassati negli anni dalla compagnia. Auspico un ripensamento: questo disimpegno è emblematico e inaccettabile“.
Restringendo il campo alla tratta Malpensa-Fiumicino, la sospensione non si tratta in realtà di un inedito. Il collegamento, utilizzato da Alitalia soprattutto come una sorta di servizio navetta per i passeggeri in arrivo su voli internazionali (in prevalenza New York e Tokyo), interrotto una prima volta a inizio 2017 per poi essere ripristinato nell’aprile dell’anno successivo, disponendo 4 voli al giorno. Un servizio di fatto dimezzato a seguito della pandemia e, ora, in procinto di essere del tutto soppresso.
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