Attacchi ed esplosioni scuotono e feriscono ancora Kabul. Due deflagrazioni, ravvicinate nel tempo, una contro una scuola superiore e l’altra contro un centro di addestramento nella zona occidentale della capitale dell’Afghanistan. Il bilancio è incerto, fonti ufficiali talebane parlano di sei morti, mentre fonti di stampa di almeno 25, e di un alto ma imprecisato numero di feriti. L’attacco è avvenuto mentre i ragazzi stavano uscendo dalla scuola maschile Abdul Rahim Shahid. Nessuno ha finora rivendicato l’attentato. Il quartiere popolare sciita Dasht-e-Barchi già in passato è stato obiettivo di attacchi dell’Isis. Da quando hanno preso il potere, i talebani hanno regolarmente effettuato incursioni in presunti nascondigli dell’Isis, che a sua volta ha rivendicato alcuni degli attacchi più sanguinosi in Afghanistan degli ultimi anni.
“Al momento abbiamo ricevuto 11 pazienti: 10 feriti tra i 16 e i 19 anni, e un uomo di 45 anni, deceduto all’arrivo. Alcuni dei feriti sono in condizioni gravi“, ha riferito il direttore di Emergency nel Paese, Marco Puntin. L’attacco di oggi è solo “l’ultimo episodio di una sequenza di esplosioni avvenute nel mese di aprile durante il quale abbiamo ricevuto continuamente feriti nel nostro ospedale di Kabul”, ha affermato precisando che il 3 aprile scorso sono giunti nel loro ospedale 59 feriti in seguito a un’esplosione al mercato del cambio, mentre il 6 aprile altri 11, dopo un’esplosione nei pressi di una moschea. Secondo Puntin, “si tratta dell’ennesima dimostrazione che nonostante l’attenzione verso la situazione dell’Afghanistan sia diminuita, il Paese è tutt’altro che in pace e si trova nell’abisso di una crisi economica senza precedenti che continua a mettere in ginocchio la popolazione, e sta provocando un aumento della povertà e della criminalità“.
Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, ha “condannato gli attacchi mortali contro le scuole di Kabul, in Afghanistan, e porge le sue più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime augurando una pronta guarigione ai feriti”. In una nota del portavoce, ha sottolineato che “gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili, comprese le scuole, sono severamente vietati dal diritto umanitario internazionale“.
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