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Produceva droga in casa, 30enne arrestato

Qualche giorno fa, attraverso l’App della Polizia di Stato YouPol, ai Poliziotti della Sezione Anticrimine del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Quartu Sant’Elena è arrivata la segnalazione anonima su un’intensa attività di spaccio presso un’abitazione sita nel paese. Qui, un 30enne, è stato arrestato per coltivazione, produzione e detenzione, ai fini di spaccio, di sostanze stupefacenti e, su disposizione del PM, è stato accompagnato presso il carcere di Uta. L’uomo aveva adibito parte della propria abitazione per una produzione ”industriale”, di hashish.

Cosa è stato trovato

Dentro casa era stata occultata altra droga già essiccata per un totale di circa 700 grammi. Gli agenti hanno trovato inoltre 900 grammi di polvere resinosa di marijuana, la quale sarebbe stata utilizzata per la successiva trasformazione in hascisc. Il quantitativo sequestrato avrebbe consentito la produzione di circa 10 kg di hascisc con ricavi sul  mercato di circa 50mila euro.

Come avveniva la produzione

Una vera e propria filiera produttiva così organizzata: coltivazione della marijuana, successiva raffinazione, trasformazione e vendita attraverso il confezionamento all’interno di bustine dotate di un marchio di fabbrica, in stile giamaicano. Nel giardino di casa c’erano 63 piante di cannabis di varia metratura, alcune delle quali con infiorescenza ed altre appena messe a dimora. Per la trasformazione era stata predisposta una fabbrica artigianale, costituita da una specifica cassa per la centrifuga della marijuana essiccata, attraverso la quale veniva realizzata la polvere resinosa. Quindi veniva realizzato un amalgama di polvere e resina madre disposto all’interno di una pressa in legno attraverso cui venivano prodotti dei panetti. Non solo, per eludere gli eventuali controlli delle forze dell’ordine la marijuana destinata allo spaccio era stata confezionata all’interno di caratteristiche bustine giamaicane con logo specifico e con annesso il principio attivo falsamente indicato come al di sotto del limite consentito dalla legge. All’interno dell’abitazione ne venivano rinvenute 43 che effettivamente contenevano canapa sativa, ovvero con principio attivo al di sotto della soglia.

Gli accertamenti

I controlli effettuati, grazie alla tempestiva attività degli specialisti del Laboratorio Chimico del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, delegati dalla Procura hanno consentito di appurare l’effettiva consistenza del principio attivo, così da riscontrare la simulazione di una legittima produzione di canapa in luogo di una effettiva attività illecita.
Rossella Avella

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