Si è ripetuto a Napoli il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. L’annuncio è stato dato intorno alle 10 in un Duomo insolitamente vuoto a causa delle misure anti-covid. Il sangue era già sciolto nel momento in cui l’ampolla è stata presa dalla teca.
“Con gioia e commozione il sangue del nostro santo patrono è sciolto”, ha detto il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli. Il ripetersi del miracolo è considerato di buon auspicio per la città di Napoli e per la Campania.
“Il nostro cuore è pieno di gratitudine per il nostro Padre, che ci è vicini e ci accompagna in questo tempo così terribile di coronavirus – ha affermato il cardinale Sepe -. La sua misericordia è senza fine – ha affermato- perché laddove c’è un solo uomo che soffre Dio è con lui”. “Il sangue del nostro San Gennaro era già del tutto sciolto – ha sottolineato in riferimento al momento in cui ha prelevato l’ampolla dalla cappella dove è custodito – segno di amore, bontà, vicinanza di Dio, della vicinanza di San Gennaro al suo popolo”.
Per tre volte all’anno, l’ampolla viene esposta alla presenza dell’Arcivescovo di Napoli mostrata al popolo; in due delle tre date è presente anche l’Arcivescovo di Napoli. Le date ricordano tre momenti della storia che legano le reliquie al popolo partenopeo.
Come riporta il sito museosangennaro.it, la prima notizia storica delle ampolline con il sangue è data da un cronista medievale (Chronicom siculum), che il 17 agosto 1389 annota il fenomeno della “liquefazione” del sangue documentata sino ad oggi.
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