Terminati i 5 giorni di tregua umanitaria alle 23 di domenica 17 maggio, in Yemen hanno ripreso i bombardamenti della coalizione militare a guida saudita contro le postazioni dei ribelli Houthi situate nella città portuale di Aden. A Ryad dove le autorità yemenite sono riunite per discutere della crisi nel Paese, l’inviato speciale dell’Onu aveva proposto di prorogare il cessate il fuoco, ma la richiesta non è stata ascoltata in quanto già da sabato erano ripresi i primi raid.
“Gli Houthi – ha detto il presidente Hadi – stanno formando le loro milizie per scavare tunnel in modo da distruggere lo Stato. Volevamo costruire il futuro del Paese e loro stanno rubando tutte le risorse necessarie per garantire al popolo una vita degna e giusta”. Intanto, mentre l’Iran conferma la sua contrarietà all’intervento militare della coalizione straniera, nel Porto di Aden sono arrivate le prime navi cariche di aiuti umanitari giunti dagli Emirati Arabi.
Nel Paese ormai in ginocchio dalla guerra scoppiata ufficialmente nella notte tra il 25 e il 26 marzo, iniziano a scarseggiare beni di prima necessità come cibo, medicinali, elettricità e carburante. La crisi economica si è aggravata maggiormente riducendo all’estrema povertà il Paese e costringendo molte famiglie a mandare i loro figli a combattere per riceverne lo stipendio.
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