Unione europea e Consiglio d'Europa hanno ribadito la ferma opposizione nei confronti della pena di morte. “E' un affronto alla dignità umana e rappresenta un atto crudele, disumano e degradante, contrario al diritto alla vita”, si legge in una nota, “la pena di morte non ha alcun effetto deterrente accertato e rende irreversibili gli errori giudiziari”.
Le due entità sovranazionali hanno poi rivolto un nuovo appello alla Bielorussia “unico Paese nel continente europeo che ancora applica la pena di morte, a introdurre una moratoria quale passo decisivo verso l'allineamento del paese alle norme paneuropee”. A livello globale, il Consiglio d'Europa e l'Ue continueranno ad adoperarsi per l'abolizione della pena capitale: “Sosterremo la prossima risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite relativa a una moratoria sul ricorso alla pena di morte e alla fine del febbraio 2019 l'Ue e il Belgio ospiteranno a Bruxelles il settimo Congresso mondiale contro la pena di morte”.
In attesa dell'introduzione di una moratoria, il Consiglio d'Europa e l'Ue esortano i Paesi che applicano ancora la pena di morte a commutare le condanne in pene detentive e, in ogni caso, ad assicurare che le condizioni di reclusione ripettino la dignità umana. In linea con il diritto internazionale, tali Paesi non devono procedere a esecuzioni su minori, donne in gravidanza o persone affette da malattie mentali o disabilità intellettive. Inoltre, non può essere giustificato il ricorso alla pena di morte nei confronti di persone condannate per reati economici o di persone che sono state loro stesse vittime di gravi delitti quali lo stupro coniugale e i cui atti – motivati da una reale legittima difesa – provocano il decesso accidentale di un terzo. Gli Stati membri dovrebbero astenersi dal sostenere, tramite assistenza giudiziaria reciproca o altre forme di cooperazione, le politiche in materia di droga dei Paesi in cui i reati connessi agli stupefacenti sono punibili con la pena di morte. Gli Stati membri, si legge ancora nella nota, dovrebbero continuare ad adottare misure efficaci per prevenire il proprio coinvolgimento, anche indiretto, nel ricorso alla pena di morte da parte di Paesi terzi, ad esempio mediante l'adozione di misure volte a prevenire gli scambi di merci che potrebbero essere successivamente utilizzate per le esecuzioni. In tale contesto, il Consiglio d'Europa e l'Ue continueranno a promuovere l'Alleanza globale per porre fine al commercio di merci utilizzate per la pena di morte e la tortura.
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