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TWITTER DICHIARA GUERRA AL CALIFFATO: BLOCCATI 10 MILA ACCOUNT

Diecimila account Twitter bloccati perché legati all’estremismo islamico. Si tratta della più grande azione del Social contro l’Isis che arriva dopo le numerose denunce dei Paesi alla piattaforma californiana che ha permesso ai fondamentalisti islamici di diffondere la minacce e gli orrori del terrorismo. Secondo alcuni gli account dello Stato Islamico ammonterebbero a 90 mila tra simpatizzanti e affiliati, in precedenza ne erano stati sospesi 2000 ed ora con il provvedimento del 2 aprile si è aperta una vera e propria operazione anti-Isis.

L’iniziativa, spiegano i responsabili, arriva dopo una fitta documentazione sui post e sulle pagine del Califfato raccolta grazie anche all’aiuto degli internauti. Non si sa però quali potranno essere le conseguenze, sebbene questi profili vengano bloccati, è infinita la possibilità di ricrearne altri aggiungendo una semplice lettera o numero. Tra i più noti c’è @turjuman123 oscurato per ben 122 volte e riapparso puntualmente online.

Per il Califfato quella di internet, ma soprattutto dei social network, è considerata una “macchina da guerra” dal grandissimo potenziale: in una sola giornata si contano circa 40 mila Tweet inviati dai sostenitori dello Stato Islamico che amplificano ogni singolo messaggio dei leader trasformando la rete in una sofistico mezzo di propaganda capace di raggiungere i seguaci su scala mondiale. Con un click è possibile organizzare un esercito apparentemente invisibile ma capace di entrare in azione ovunque e in qualunque momento.

La strategia mediatica dell’Isis ha tre principali obiettivi: reclutare nuovi combattenti, diffondere la propria ideologia per guadagnare nuovi simpatizzanti e ottenere finanziamenti. L’abilità degli uomini del Califfato di utilizzare le nuove tecnologie supera di gran lunga quella di altri gruppi terroristici ed è questo uno dei motivi che ha permesso un così rapido potenziamento dell’esercito di al Baghdadi, tanto da spingere il leader di al Qaeda allo scioglimento della realtà fondata da Bin Laden, per unirsi all’ormai predominante Stato Islamico.

Hasan Bin-Salim, un esperto di comunicazione jihadisti ha spiegato che la presenza dell’Isis sui social network mira a raggiungere tre categorie di utenti. I primi sono i sostenitori e i simpatizzanti dell’organizzazione e la funzione è quella di trovare attraverso questi messaggi il loro sostegno. Nel secondo caso i Tweet sono rivolti all’opinione pubblica mondiale a cui si rivolgono per diffondere il terrore. Infine, l’ultima categoria, è costituita dagli oppositori, comprese le istituzioni, con l’obiettivo di destabilizzare la sicurezza.

Hortensia Honorati

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