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Tunisia: il governo Chaded bis incassa la fiducia, punterà su sviluppo e lotta alla corruzione

Al termine di una vera e propria maratona è arrivata la fiducia (a larga maggioranza) del parlamento tunisino alla nuova squadra del premier Youssef Chahed. Un governo che nasce sul solco di quello precedente, di poco più di un anno fa, e che conferma la sua vocazione di unità nazionale basata sull’Accordo di Cartagine, un patto tra i maggiori partiti politici, sindacati e associazioni imprenditoriali del Paese su una road map concordata.

Sono 28 i ministri del Chahed bis e 15 i segretari di Stato (nella prima versione erano rispettivamente 26 e 14) con molte novità. Tredici le nuove nomine riguardanti ministeri chiave (Interno, Energia, Difesa, Istruzione, Finanze e Commercio), e sette i nuovi segretari di Stato. Si tratta di un governo che può essere definito politico-tecnico, in grado di soddisfare le richieste dei maggiori partiti politici del Paese, ovvero Nidaa Tounes ed Ennhadha, riuscendo a dare spazio anche alle “competenze” di professionisti in materie specifiche, risultato di un lungo periodo di negoziazioni tra le diverse parti politiche. Chahed ha definito più volte il suo esecutivo un “governo di guerra” contro la corruzione, la disoccupazione, il terrorismo e le disparità regionali, e per lo sviluppo”.

E’ proprio sulla crescita economica infatti che il premier punta molto, sullo sfruttamento delle potenzialità inespresse del Paese. “Per dare uno slancio all’economia abbiamo creato un nuovo dicastero per le grandi riforme e un segretariato di stato per la diplomazia economica” ha detto Chahed aggiungendo di aver fatto ricorso a personalità nazionali di riconosciuta competenza nei loro rispettivi settori. “Questa serie di riforme è indispensabile per dare impulso all’economia. Occorre avviare immediatamente un piano di ristrutturazione con un nuovo modello di sviluppo basato sul partenariato pubblico-privato” ha detto il premier illustrando la sua visione strategica.

Edith Driscoll

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