Ad attaccare il Museo del Bardo il 18 Marzo “erano tre e uno di loro è in fuga”, lo ha detto il presidente della Tunisia, precisando che è partita una vera “caccia all’uomo” e assicura che “non riuscirà andare lontano”. Essebsi ha inoltre ammesso qualche responsabilità dal punto di vista della mancata sicurezza.
Dopo aver annunciato che il 29 marzo la giornata sarà dedicata ad una marcia di solidarietà contro il terrorismo e per le vittime dell’attentato al Museo Nazionale, il presidente ribadisce: “La Tunisia non sarà mai governata dalla sharia, il nostro Paese resta un porto di democrazia, ma non è più un porto di pace. Nella gioventù scoraggiata, spesso disperata, l’appello jihadista ha funzionato. Quattromila tunisini – ha continuato Essebsi – si sono arruolati nella jihad in Siria, Libia o altrove. E circa 400 sono tornati qui, dove rappresentano una sfida. Senza parlare degli altri 5 o 6 mila a cui abbiamo impedito di partire”.
E mentre la polizia mette al setaccio ogni angolo della Tunisia, “Terra!”, il settimanale di Toni Capuozzo ha messo mano a un documento sconvolgente dove un complice del commando invita a colpire i turisti, citando quelli “americani, britannici, francesi e israeliani. Investiteli con le auto, sgozzateli sulle spiagge e affogateli nel mare”
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