A quattro anni dalla Rivoluzione dei gelsomini che ha fatto della Tunisia la culla della primavera araba e alla vigilia delle prime elezioni presidenziali a suffragio universale previste per domenica, il Paese si trova a dover fare i conti con una crescente attrazione dei suoi giovani per l’estremismo di matrice islamica. Tra loro anche giovani donne, come scrive il New York Times, che racconta la storia di una ragazza religiosa e ”ossessionata” dal conflitto in Siria, fuggita da casa e ritrovata dalla polizia in un covo alla periferia di Tunisi insieme a un gruppo di sospetti miliziani.
Henda Saidi, questo il suo nome, è stata definita dalle autorità tunisine ”una terrorista”, come racconta la madre, Leila Mustapha Saidi e uccisa insieme ad altre cinque donne in un raid condotto a ottobre dall’esercito tunisino. Saidi aveva 21 anni, studiava legge e la sua deriva estremista è iniziata su Internet. ”La sua uccisione è un nostro fallimento, il fallimento di un’intera società”, ha scritto su Facebook la sua ex insegnante di francese Dejla Abdelhamid.
”Non riusciamo a capire – dice invece la sua ex insegnante di arte, Linda Ben Osman – Sono ragazzi intelligenti, carini, pronti per la vita. Penso che i giovani siano disperati. Prima della Siria e dell’Isis, le persone si immolavano o salivano su una barca per scappare in Europa e morivano in mare”. Il fascino dell’estremismo, dice l’insegnante, potrebbe essere una reazione alla libertà per tutti seguita all’autoritarismo dell’ex presidente tunisino Zine el-Abidine Ben Ali deposto il 14 gennario del 2011.
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