A due mesi dalla strage di Sousse, in cui hanno perso la vita 38 persone, le autorità tunisine lanciano l’allarme per nuovi attentati nella capitale e nel resto del Paese. Informazioni di intelligence presentano questa possibilità contro obiettivi sensibili in Tunisia. Per questo motivo la scorsa settimana il ministro dell’Interno ha chiusa la via Habib Bourguiba, nel centro di Tunisi, al traffico veicolare in modo da impedire attacchi con autobombe nella zona più rappresentativa della città.
Secondo l’agenzia di stampa nazionale “Tap”, la decisione è stata presa proprio per “il timore che possa arrivare un terrorista a bordo di un’auto”. Intanto nel Paese si cerca di oscurare il segnale radio al Bayan, la stazione dello Stato islamico che trasmette dalla Libia e il cui segnale arriva anche nel sud della Tunisia.
Il membro dell’alto ente indipendente per le telecomunicazioni tunisino, Hisham al Senoussi, ha annunciato di aver preso contatti con il ministero delle Tecnologie e Telecomunicazioni per adottare misure tecniche necessarie a fermare la riproduzione dei messaggi del gruppo terrorista in modo che non possa essere ascoltato in Tunisia.
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