Le armi di distruzioni di massa generano un ingannevole senso di sicurezza“, ha dichiarato Papa Francesco nell'incontrare, in Vaticano, i partecipanti al Simposio sul disarmo nucleare. Un monito rimasto inascoltato dai potenti della Terra. Continua, infatti, il braccio di ferro tra Stati Uniti e Corea del Nord: poche ore dopo il discorso del Pontefice, tre portaerei Usa a propulsione nucleare con i relativi gruppi d'attacco, 11 cacciatorpediniere con tecnologie antimissile Aegis, 7 unità navali sudcoreane, incluse due con standard Aegis, hanno dato inizio ad alcune manovre nel mar del Giappone. Una prova di forza che arriva nel mezzo della visita del presidente Donald Trump in Asia, e che mira anche a neutralizzare la minaccia nucleare di Pyongyang. A queste manovre militari collabora anche la Corea del Sud. La Uss Reagan, la Uss Roosevelt e la Uss Nimitz, queste le tre portaerei americane, si ritroveranno in zona intorno a lunedì, secondo il Comando di Stato Maggiore di Seul.
Immediata la risposta di Pyongyang, che già nei giorni scorsi aveva fortemente criticato le azioni militari intraprese dagli Usa ritenendole “le prove generali di un attacco nucleare” ai suoi danni. Ha poi minacciato a sua volta “un attacco atomico preventivo”. Ma da Seul, tramite una nota, hanno spiegato che la moltitudine di mezzi militari e uomini messi in campo ha lo scopo di rafforzare le capacità operative congiunte e “la forte reattività a difendersi con una forza dominante contro qualsiasi provocazione messa in essere da Pyongyang in caso di crisi”. Esercitazioni militari di questo tipo, ovvero la riunione di tre portaerei in un'unica zona operativa, come quella del Pacifico occidentale che fa capo alla Settima Flotta, non sono nuove per la Marina statunitense. L'ultima risale al 2007 e si tenne a Guam, l'isola americana situata nel mar delle Filippine finita nel mirino di della Corea del Nord quale luogo simbolo di un possibile attacco dimostrativo “di quattro missili balistici”. Al termine delle manovre navali con Seul, le tre portaerei americane avranno ne avranno altre con il Giappone che mobiliterà tre cacciatorpediniere.
Nel frattempo continua la visita del presidnete Trump in Asia, dove, oltre al tema del commercio, ha avuto il suo focus primario sulla minaccia nucleare e balistica di Pyongyang. Poche ore fa, parlando a summit Apec di Da Nang, nel Vietnam, il tycoon ha detto che il futuro della regione “non deve essere tenuta in ostaggio dalle contorte fantasie di conquista violenta e di minaccia nucleare di un dittatore”. Mercoledì, parlando al parlamento di Seul, Trump ha lanciato un altro perentorio messaggio: “Non ci sottovalutate e non metteteci alla prova“.
Sul programma nucleare del regime di Pyongyang, dal summit di Apec, Trump ha ribadito la linea dura nei confronti degli eccessi di Kim dichiarando come non sia possibile “restare ostaggio delle fantasie contorte di un dittatore di conquista violenta e di ricatto nucleare“. Durante il suo discorso, inoltre, il presidente ha spiegato che “ogni passo che il regime nordcoreano fa verso più armi, è uno verso un pericolo sempre più grande”, invitando le nazioni civilizzate a “muoversi insieme” per estromettere dalla società terrorismo ed estremismo. Dal palco di Da Nang, perciò, Trump ha confermato quanto già emerso dall'incontro con Moon Jae-in di qualche giorno fa, mantenendo la via di una diplomazia rafforzata dalla presenza di un supporto militare consistente. Altrettanto schietto sul tema del commercio con i Paesi di quest'area geografica: “Non possiamo più tollerare e non tollereremo più barriere commerciali e pratiche inique. Nessuno si prenderà vantaggi sul commercio con noi, metterò sempre davanti l'America con negoziati”. Sulle future relazioni commerciali, però, resta la linea dell'apertura “sempre su base bilaterale con chi vorrà”.
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