Secondo uno studio, condotto dal Centro Jane’s sul terrorismo (Ihs), il regime siriano del presidente Bashar al Assad e lo Stato islamico dell’Isis, sulla carta rivali, avrebbero optato per ignorarsi a vicenda per concentrare la maggior parte dei loro attacchi contro gruppi di miliziani delle opposizioni siriane.
L’analisi portata avanti dallo studio Jane’s basato in gran Bretagna, sottolinea che solo il 6% delle operazioni militari di Damasco sono state rivolte contro l’Isis mentre il restante 94% è stato diretto contro insorti anti-regime. In un comunicato diffuso poche ore fa dall’ Nbc si evidenzia che soltanto il 13% degli attacchi dell’Isis in Siria sono stati indirizzati alle forze lealiste, mentre per il restante 87% si è trattato di azioni contro ribelli locali delle opposizioni.
Matthew Henman, direttore di Jane’s afferma che “questi numeri indicano che l’Isis e le forze di Assad hanno adottato la strategia intelligente di ignorarsi a vicenda, concentrando invece gli attacchi su gruppi più moderati di oppositori. Assad – continua Henman – cerca di screditare la retorica della rivoluzione siriana e di descriverla come un’insurrezione islamista contro il suo governo. Così facendo può reprimerla con il sostegno indiretto dell’Occidente. L’Isis invece – conclude il direttore – cerca di costruire uno scenario nel quale è lui contro Assad. Per questo lo Stato islamico cerca di mettere ai margini i gruppi moderati, fino al punto di imporgli di unirsi all’Isis”.
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