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Sangue dopo il voto, Mnangagwa chiede un'indagine

Rischia di degenerare la situazione in Zimbabwe, dove i risultati delle ultime elezioni  – che assegnano la maggioranza assoluta nell'Assemblea nazionale allo Zanu-Pf dell'attuale presidente Emmerson Mnangagwa – vengono disconosciuti dalle opposizioni, le quali, a loro volta, reclamano la vittoria. 

Inchiesta

Tre persone che stavano manifestando contro presunti brogli sono state uccise e Mnangagwa, nel tentativo di rasserenare gli animi, ha chiesto un'indagine indipendente sull'accaduto. “Crediamo nella trasparenza e nella responsabilità, e i colpevoli devono essere identificati e consegnati alla giustizia”, ha detto il presidente, assicurando di essere in contatto con il leder dell'opposizione, Nelson Chamisa, e di volere una soluzione “pacifica” alla crisi. 

Proteste e scontri

Ieri, la Commissione elettorale ha annunciato i risultati preliminari per i 210 seggi in Parlamento: con le circoscrizioni quasi tutte scrutinate, la maggioranza è andata al partito di governo Zanu-PF di Mnangagwa. Il risultato è stato respinto da Chamisa, che con un messaggio su Twitter ha rivendicato la vittoria alle elezioni: “Abbiamo vinto il voto popolare. Avete votato per un cambiamento totale in queste elezioni! Le abbiamo vinte insieme. Nessuna manipolazione dei risultati modificherà la vostra volontà”. Le proteste dell'opposizione nella capitale, Harare, sono state represse ieri nel sangue dall'esercito, che ha sparato sulla folla uccidendo tre persone.  Dopo l'Onu, anche la missione di osservatori del Commonwealth ha criticato quello che considera l'”eccessivo” uso della forza da parte delle autorità, “contro civili disarmati” e ha invitato la Commissione elettorale ad annunciare il prima possibile tutti i risultati del voto.

Strada in salita

Mnangagwa ha indetto le elezioni presidenziali e parlamentari dopo essere succeduto a Robert Mugabe, alla guida del Paese dal 1987 al 2017 e destituito a seguito di un colpo di Stato soft da parte delle forze armate. L'appuntamento con le urne doveva segnare una fase nuova per il Paese africano ma le vicende delle ultime ore fanno capire che per lo Zimbabwe il percorso verso la democrazia è ancora molto lungo. 

Edith Driscoll

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