Dopo le anticipazioni dei contenuti del volume 'Fire and Fury', di Michael Wolff, Steve Bannon continua a restare al centro della bufera: l'ex chief strategist della Casa Bianca, rimosso dal suo ruolo per volontà del presidente Trump nonostante il ruolo chiave giocato durante le presidenziali, parlando con l'autore del volume ha puntato il dito contro diversi esponenti della Casa Bianca, tra i quali Paul Manafort, Jared Kushner e Trump Jr, tutti citati in riferimento ai presunti colloqui intercorsi con rappresentanti russi durante la campagna elettorale, allo scopo di ottenere documenti che avrebbero potuto danneggiare la candidata democratica, Hillary Clinton. Le rivelazioni dell'ex fedelissimo del presidente, però, pur minando la stabilità dello Studio ovale, rischiano di trasformarsi in un'arma a doppio taglio: i contenuti del controverso libro, infatti, hanno suscitato il dissenso di Rebekah Mercer, socio di minoranza del portale Breitbar News, il sito di estrema destra che Bannon dirige.
La miliardaria, conservatrice, è anche la principale finanziatrice dell'ex stratega di Trump. E, stando alle sue parole, è a quest'ultimo che va il suo sostegno: “Io e la mia famiglia – ha spiegato al 'Washington Post' non comunichiamo con Steve Bannon da molti mesi e non abbiamo fornito supporto finanziario alla sua agenda politica né sosteniamo le sue recenti azioni e dichiarazioni”. Una presa di posizione alquanto netta che, per Bannon, potrebbe significare la perdita di un appoggio fin qui fondamentale per l'impalcatura del suo lavoro su Breitbart News ma anche in altri settori. La 'scomunica' da parte di Mercer e famiglia, dunque, pesa eccome nell'economia della figura dell'ex Capo della sicurezza: “Sostengo il presidente Trump e la piattaforma sulla base della quale è stato eletto”, ha concluso lapidariamente Rebekah.
In sostanza, pur rendendo difficili questi giorni alla Casa Bianca, Bannon rischia di essere travolto dalle sue stesse affermazioni. Se era lecito aspettarsi la reazione stizzita di Trump, il quale ne ha parlato in toni poco lusinghieri affermando che “è impazzito”, quella dei Mercer segna un punto di svolta anche perché, al di là del loro investimento su Breitbart, la famiglia ha giocato un ruolo di rilievo anche nelle fasi finali della campagna elettorale e, più nello specifico, nel binomio Trump-Bannon, nonostante il Tycoon, non più tardi di un giorno fa, aveva tentato di sminuire il peso avuto dal suo ex stratega in fase di elezioni. A questo proposito, il suo antico consigliere si è detto certo che, calmate le acque, i suoi rapporti con il presidente riprenderanno come sono stati finora. Nonostante tutto.
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