Il processo per l'indipendenza della Catalogna è “finito”. Lo ha detto Carles Puigdemont in alcuni sms inviati al deputato di Erc Toni Comin e intercettati da Telecinco. L'ammissione è arrivata martedì scorso, poco dopo il rinvio dell'investitura del nuovo presidente della Generalitat. “Sono stato sacrificato – ha scritto – il piano della Moncloa ha trionfato”. Secondo il candidato di JxCat, questi sarebbero “gli ultimi giorni della Catalogna repubblicana“.
“Il piano della Moncloa è riuscito – si legge ancora nei messaggi – spero solo che sia vero e che, grazie ad esso, possano uscire dal carcere“. “Immagino ti sia chiaro che è finito: ci hanno sacrificato, almeno me. Voi sarete consiglieri, (spero e mi auguro) ma io sono stato sacrificato”.
Puigdemont ha reagito alla pubblicazione degli sms privati nel suo account Twitter: ha riconosciuto che sono suoi, ma ha fatto appello al diritto di privacy. “Sono un giornalista e ho sempre saputo che ci sono dei limiti, come la privacy che non devono mai essere superati”. E poi ha aggiunto, “Sono umano e ci sono momenti in cui dubito anch'io. Ma sono anche il presidente e non mi tirerò indietro, per rispetto, gratitudine e impegno per i cittadini e il Paese. Andiamo avanti“.
Tutto è avvenuto durante un evento organizzato a Lovanio, nelle Fiandre, dall'N-va, partito nazionalista fiammingo. L'ospite d'onore della serata doveva essere proprio Puigdemont che avrebbe dovuto parlare della sua elezione a Girona nel 2011 e di come la sua “lezione” potesse essere appresa dai politici locali. All'ultimo minuto, però, l'ex president ha annullato l'impegno, limitandosi a inviare un videomessaggio pre-registrato. Il protagonista dell'evento è diventato, a quel punto, Comin, anche lui fuggito in Belgio per evitare l'arresto. A quel punto, le numerose telecamere hanno inquadrato il telefono del deputato di Erc, che, inspiegabilmente, non lo ha nascosto. Anzi, i messaggi di Puigdemont erano ben visibili. Un giallo su cui i media spagnoli si stanno interrogando in queste ore. Il Mundo ipotizza un possibile “complotto” di Erc per mettere sotto pressione Puigdemont e costringerlo a fare un passo indietro sulla candidatura alla presidenza della regione autonoma. Oppure un accordo fra le parti per far sapere all'opinione pubblica che la situazione è, ormai, compromessa.
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