Categories: Esteri

Petrolio: Kuwait e Arabia Saudita frenano sul taglio della produzione

L’Opec sembra escludere un taglio della produzione per reagire al calo del prezzo del petrolio sui mercati internazionali. “Non credo – ha detto il ministro del Petrolio del Kuwait, Ali al-Omair, intervistato dall’agenzia Kuna – che attualmente ci sia una possibilità che i paesi dell’Opec riducano la produzione, soprattutto perché l’Opec si è data un obiettivo di 30 milioni di barili al giorno che non abbiamo ancora raggiunto”. Una posizione, secondo indiscrezioni, condivisa anche dall’Arabia Saudita. La giornata di oggi ha visto il prezzo del barile di Wti scambiato a New York scendere a un minimo da due anni abbondantemente sotto gli 80 dollari, mentre il Brent di Londra ha toccato la quotazione più bassa dal 2010, sul filo degli 89 dollari al barile. Secondo Omair, però, il prezzo del petrolio non appare destinato a calare oltre i 76-77 dollari al barile, altrimenti calerebbe al di sotto dei costi di produzione in Usa e Russia.

Inoltre, riflette Omair, un taglio della produzione Opec non avrebbe necessariamente effetto sui prezzi, il cui recente abbassamento è legato all’aumento della produzione russa e al boom dello shale negli Stati Uniti: “Se dovessimo fare qualcosa per preservare la stabilità dei prezzi o riportare questi ultimi ai livelli precedenti, non esiteremmo a farlo ma è noto che questa flessione non è avvenuta a causa di una decisione dell’Opec”. Il ministro del Kuwait si è detto infine sicuro che le quotazioni risaliranno, o quantomeno smetteranno di scendere, in coincidenza con l’arrivo dell’inverno e il conseguente aumento della domanda.

All’interno del cartello non mancano i ‘falchi’ che, preoccupati dal recente arretramento, puntano a un prezzo di 100 dollari al barile. Si tratta, in particolare, di Iran e Venezuela, che temono un ulteriore aggravamento delle loro condizioni economiche come conseguenza dei minori ricavi petroliferi. L’Arabia Saudita resta però ferma sulle sue posizioni, a quanto si apprende dall’agenzia Reuters, che ha interpellato in forma riservata alcuni operatori e analisti che hanno da poco avuto colloqui privati con esponenti delle autorità di Riad, che da sola conta per un terzo della produzione dell’Opec (9,7 milioni di barili al giorno). L’Arabia Saudita sarebbe pronta ad accettare un prezzo intorno agli 80 dollari al barile per un anno o due, in quanto “potrebbe essere necessario per avere maggiori introiti nel medio termine, riducendo i nuovi investimenti”.

Sara Sbaffi

Recent Posts

Italia-Somalia: il ponte della solidarietà

Italia-Somalia: la rotta della solidarietà. In risposta alla recente epidemia di colera in Somalia, le…

29 Aprile 2024

Il programma di governo del Papa è il Vangelo

Il programma di governo di papa Francesco è il Vangelo. Inutile inseguire il progetto del…

29 Aprile 2024

Terzo Settore, attualità e prospettive di sviluppo per stare più vicini a chi soffre

Il Terzo Settore, in Italia, indica l’insieme degli enti privati che, senza scopo di lucro,…

29 Aprile 2024

La barbarie di emarginare la disabilità

Papa Francesco la chiama “cultura dello scarto” e avverte che non c’è inclusione senza fraternità.…

29 Aprile 2024

Testimonianze dalla Striscia di Gaza

Zahr non può procurarsi i farmaci né continuare le terapie mediche necessarie per i suoi…

29 Aprile 2024

I fattori che hanno aumentato il rischio di vulnerabilità delle famiglie

Gli ultimi due anni sono stati fortemente segnati dall'emergere di nuove fragilità e incertezze economiche,…

29 Aprile 2024