Le informazioni che hanno indotto gli Usa a vietare i laptop sui voli dal Medio Oriente arrivavano da hacker dei servizi di sicurezza israeliani. Lo rivela il The New York Times (Nyt) specificando come gli esperti di sicurezza informatica fossero riusciti a penetrare in una piccola cellula di artificieri dell’Isis.
Il quotidiano statunitense era stato il primo a “fiutare” che la fonte di intelligence fosse israeliana già lo scorso marzo. Questa volta ha però aggiunto ulteriori indizi che potrebbero mettere in difficoltà il presidente Usa Donald Trump e i rapporti degli States con l’alleato in Medio Oriente.
Secondo il Nyt, “Cyber operatori israeliani di alto livello sono penetrati in una piccola cellula” di artificieri dell’Isis in Siria ed è grazie a loro che gli Usa hanno saputo che il Califfato stava lavorando su esplosivi “che somigliavano a delle batterie di laptop. L’informazione era così precisa che gli Usa hanno potuto capire come funzionava l’innesco”, scrive il Nyt, citando due alti dirigenti dell’amministrazione Usa.
Questa circostanza “faceva parte dell’informazione classificata che il presidente Donald Trump è accusato di aver rivelato” al ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e all’ambasciatore di Mosca Serghiei Kisliav nello studio Ovale
In quella occasione, Trump aveva assicurato di non aver mai menzionato la fonte dell’informazione rivendicato al contempo il suo “diritto assoluto” di passare al Cremlino informazioni utili a combattere il terrorismo.
“Come presidente – aveva twittato – volevo condividere con la Russia (in un incontro alla Casa Bianca programmato pubblicamente), cosa che ho il diritto assoluto di fare, fatti relativi al terrorismo e alla sicurezza del volo aereo. Ragioni umanitarie, inoltre voglio che la Russia rafforzi notevolmente la sua lotta contro l’Isis e il terrorismo”. “Fatti”, spiega il Messaggero, tirati in ballo senza mai confermare che si trattava di una notizia classificata fornita da un governo alleato. Dal canto suo, Israele non ha gradito le esternazioni anche per il timore di compromettere i propri agenti e le loro eventuali talpe nel Califfato.
Anche Gran Bretagna e Canada hanno adottato le stesse misure di Washington: ad oggi, gli Usa hanno imposto il divieto dei laptop sui voli da otto Paesi islamici dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente, ma l’amministrazione Trump sta valutando di estenderlo a 71 scali, compresi quelli europei.
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