Le possibili nuove sanzioni degli Stati Uniti contro la Russia per il caso Skripal sono “una dichiarazione di guerra economica” e “a questa guerra bisogna rispondere con strumenti economici, politici e, se necessario, di altro tipo”. Lo ha detto il premier russo Dmitri Medvedev .
“Non vorrei commentare i discorsi sulle future sanzioni – ha continuato – ma la sola cosa che posso dire è che se c'è qualche tipo di divieto per le attività delle banche o sull'uso di questa o quella valuta, questo può essere descritto in modo del tutto chiaro come una dichiarazione di guerra economica“. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha assicurato che Mosca risponderà alle sanzioni, ma cercando di non compromettere in modo irrimediabile le relazioni con gli Stati Uniti. Mentre il braccio destro di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha denunciato che le nuove restrizioni sono “un atto ostile” e “illegale” e “difficilmente possono essere associate alla costruttiva, sebbene complessa, atmosfera del recente incontro” a Helsinki fra Trump e Putin.
Il summit finlandese era stato interpretato a Mosca come una grande vittoria diplomatica del Cremlino. Ma con l'avvicinarsi delle elezioni di metà mandato, le pressioni che il Congresso Usa esercita sulla Casa Bianca stanno inevitabilmente crescendo. Soprattutto con il Russiagate che infuria. Il Dipartimento di Stato Usa ha annunciato mercoledì sera le nuove sanzioni, ricevendo immediatamente il plauso del governo britannico. Londra e Washington accusano il Cremlino di essere dietro l'avvelenamento a Salisbury dell'ex colonnello doppiogiochista dell'intelligence russa Serghei Skripal e di sua figlia Iulia.
Le nuove sanzioni si suddividono in due tranche. La prima scatterà il 22 agosto e prevede lo stop all'esportazione di alcuni beni ritenuti strategici per la sicurezza nazionale. Ma è la seconda quella che potrebbe davvero rivelarsi una dura batosta per il Cremlino. Sarà attivata fra tre mesi, ma solo se la Russia non fornirà “assicurazioni credibili” sulla sua volontà di non usare più in futuro armi chimiche e non consentirà le necessarie ispezioni alle Nazioni Unite. In questo caso, in teoria, gli Usa potrebbero persino tagliare ai minimi termini i rapporti diplomatici e quelli commerciali con Mosca, nonché vietare all'Aeroflot di volare negli Stati Uniti. Le eventuali misure restrittive riguarderebbero, tra l'altro, anche i progetti di Mosca in campo energetico.
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