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L’Onu lancia l’allarme razzismo in Brasile

In Brasile ci sarebbe un allarme razzismo. Ad affermarlo è un rapporto dell’Onu pubblicato oggi a Ginevra e stilato sulla base di indagini effettuate dagli attivisti dell’Organizzazione nel dicembre del 2013. Lo studio afferma che sul territorio brasiliano “il razzismo è strutturale e istituzionalizzato”, e che “permea tutte le aree della vita quotidiana”.

La pubblicazione del documento coincide con una polemica sulla discriminazione che ha coinvolto la nazione proprio in questi giorni, inerente l’esclusione della squadra di calcio del Gremio dalla Coppa nazionale a causa degli insulti razzisti rivolti dai propri tifosi contro Aranha, il portiere del Santos. Secondo quanto afferma il documento “il mito della democrazia razziale ancora esiste nella società brasiliana”, perché la maggior parte delle persone “nega l’esistenza di qualsiasi forma di discriminazione”. Stando però ai dati statistici evidenziati dai relatori, vi è una forte istituzionalizzazione di questa problematica, che pervade ogni aspetto della vita politica, sociale e scolastica: “Le gerarchie razziali sono culturalmente accettate come normali – si legge – inoltre, il mito di una democrazia che non sia discriminante è usato con frequenza dai politici conservatori per screditare le azioni affermative. Ma i neri hanno la scolarizzazione più bassa, salari inferiori, minore accesso alla salute, rappresentano il 76 per cento della popolazione carceraria e delle vittime di omicidi”.

L’Onu riconosce gli sforzi effettuati negli ultimi anni dal governo per tentare di contrastare la problematica, ma si sente costretto a sottolineare che “alcuni degli organismi creati per combattere la discriminazione non sono supportati da fondi sufficienti”.
Il documento, per concludere, esprime la “preoccupazione che i progressi fatti finora vengano cancellati a causa delle minacce dei gruppi di estrema destra”.

Giulia Capozzi

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