In una intervista rilasciata a Repubblica, il presidente del governo di unità nazionale libico Fayez Sarraj ha dichiarato che chiederà “ancora maggiore impegno all’Unione Europea. Italia e Libia sono le prime vittime dei traffici di ogni tipo che originano dalla destabilizzazione del mio Paese. La nostra Guardia Costiera era in grande difficoltà. I miei ammiragli mi hanno chiesto sostegno, lo abbiamo chiesto all’Italia, e l’Italia ci ha risposto rapidamente. In tutto questo la nostra sovranità è stata rafforzata dall’aiuto italiano. E l’Italia rispetta pienamente la nostra sovranità. Mi permetto però di ricordare all’Europa che da tempo abbiamo lanciato altre richieste di aiuto riguardo i nostri confini al Sud, per assistere i migranti che entrano illegalmente in Libia”.
Le sfide che la Libia ha davanti, spiega il capo del governo di Tripoli, “riguardano tre aree principali, quella della sicurezza, dell’economia e delle condizioni sociali del Paese. Dobbiamo affrontarle tutte e tre insieme, perché le condizioni sono critiche. Ma riusciremo a farlo se il sistema politico si concentrerà sulla soluzione dei problemi piuttosto che sulle liti fra di noi. Ho visto il nuovo rappresentante dell’Onu, Ghassam Salamè, ha avviato un grande lavoro di consultazione e di sicuro ci aiuterà a proseguire su questa road map che io individuo e che vede la riunificazione dell’esercito libico per permettere le prossime elezioni e per governare finalmente il Paese con maggiore unità. Dobbiamo sbloccare l’impasse in cui si sono arenati la House of Rapresentatives e lo State Council (le due “camere” libiche, ndr). La Libia – sottolinea Sarraj – va governata e noi non possiamo aspettare, non possiamo continuare con giochi politici che paralizzano tutto”.
Il confronto per riunire la Libia deve proseguire “ridando forza alla mediazione delle Nazioni Unite. In questi mesi ci sono state tante proposte: adesso devono essere riunite sotto il tetto Onu. Qualcuno chiede di modificare l’Accordo Politico (l’intesa fra le fazioni da cui è nato il Governo di Accordo Nazionale, ndr). Ma dal Parlamento (che ha sede a Tobruk, ndr) non arrivano proposte concrete; se si distrugge l’Accordo Politico è a rischio il processo che ci porterà al nuovo voto”.
Sarrj non risparmia però critiche al capo dell’esercito libico e uomo forte della Cirenaica Khalifa Haftar: “Ha detto che bisognava bombardare l’Italia perché ci ha mandato una nave officina per riparare le nostre motovedette. Poi ha detto che accetta gli italiani? Io cerco di dire e fare le cose che possono unire”. A Tripoli è sempre più evidente la crisi economica: mancano acqua ed elettricità, non si possono ritirare contanti in banca, i prezzi salgono, il popolo soffre: “Stiamo lavorando per riprenderci. Quando il Consiglio presidenziale è arrivato a Tripoli estraevamo 200mila barili di petrolio: adesso però siamo a 1 milione, e questo inizia a dare risorse importanti – assicura Sarraj – Il 60% del bilancio dello Stato sono gli stipendi dei dipendenti pubblici, per cui abbiamo chiesto alla Banca Centrale di Libia di favorire una maggiore distribuzione dei contanti. Stiamo ripartendo, dobbiamo andare più veloce, ma lo facciamo”.
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