L’eccidio di Charlie Hebdo ha aperto un’ampia discussione su cosa sia la libertà di stampa e quali limiti abbia. Il giornale satirico attaccato di Al Qaida faceva della provocazione la sua carta vincente. E non si preoccupava di risultare volgare o poco sensibile nei confronti di alcuni valori. Il dibattito sta riguardando anche le altre testate giornalistiche, tra cui Libération, che stamattina è uscita con una prima pagina piuttosto esplicita. “Libertà d’espressione – attenzione fragile” si legge sulla copertina della rivista della gauche francese, il titolo campeggia su uno sfondo giallo e una lunga serie di espressioni “forti” usate contro le varie religioni. Il quotidiano mira così a descrivere con la sua prima pagina provocatoria la fase di grande confusione che regna nel Paese, che discute sui limiti fra la libertà di espressione e l’offesa alle religioni.
Nel frattempo prosegue alla grande la vendita dell’ultimo numero di Charlie, a 8 giorni dalla strage. Vendute tutte le 3 milioni di copie, tanto da spingere l’editore a una ristampa sino a 5 milioni per soddisfare tutte le richieste. In Italia tutte esaurite le 260mila copie tradotte distribuite con il Fatto Quotidiano. “Oggi ho comprato Charlie Hebdo con Il Fatto- ha commentato il presidente del Consiglio Matteo Renzi a “Le invasioni barbariche” su La7, – che ha fatto un’iniziativa bella. E’ stato commovente leggere il giornale e vedere sui social e non solo file di francesi che facevano la coda per comprare quel giornale”.
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