I governi delle due Coree si sono accordati per riprendere i colloqui preliminare sul tema delle riunificazioni familiari, in stallo dal febbraio 2014. I funzionari della Croce Rossa di entrambi i lati si vedranno il prossimo 7 settembre nel “villaggio della pace” di Panmunjon, sede tradizionale degli incontri tra i due governi. La Casa Blu – sede del governo di Seoul – ha comunque avvertito la popolazione che l’incontro non aprirà a nessuna decisione definitiva. Un funzionario anonimo, che ha incontrato alcuni rappresentanti dei media sudcoreani, spiega: “Il Nord sa benissimo che su questo tema siamo disponibili a ogni confronto. Ma già in passato ha cambiato idea all’ultimo minuto. Per ora limitiamoci a monitorare da vicino la situazione”.
Le riunificazioni familiari sono iniziate per la prima volta nel 1985. Rappresentano un “gesto di buona volontà” da parte dei governi di Seoul e Pyongyang, che tuttavia non sono mai riusciti a renderle istituzionali. Per partecipare, i cittadini che possono dimostrare di avere un parente ancora in vita dall’altra parte del confine, si registrano presso il ministero sudcoreano dell’Unificazione: all’inizio erano 130mila, oggi ne restano in vita poco più di 70mila.
Da questa macro-lista, il governo di Seoul prepara diverse liste per ordine di anzianità e per grado di parentela: la precedenza viene data a chi è più anziano – ma può comunque sopportare i disagi fisici e mentali che queste riunificazioni comportano – e a chi ha parenti prossimi come figli o fratelli e sorelle. Dati questi criteri si arriva a una lista di circa mille nomi, e il ministero affida a un computer nel corso di una lotteria trasmessa in televisione la scelta casuale dei nomi che verranno inclusi nelle riunificazioni.
A questo si aggiungono una serie di “riserve”, che subentrano in caso di impreviste marce indietro dell’ultimo momento: chi partecipa viene poi escluso dalle liste. Sconosciuti invece i metodi di selezione applicati da Pyonyang e le statistiche sui familiari dalla parte Nord. Gli incontri sono sempre molto emotivi e vengono seguiti da tutta la nazione. Essi fanno parte di un pacchetto di sei azioni congiunte che Pyongyang e Seul affermano di voler portare avanti: fra queste vi è la ripresa del turismo sul monte Keumgang, nel Nord, e un maggiore interscambio economico e commerciale.
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