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L’accusa dei genitori dell’americano ucciso in Siria: niente aiuti dal governo Usa

Ha rotto il silenzio la famiglia di James Foley, il primo ostaggio americano giustiziato dall’Isis, accusando il governo statunitense di averli abbandonati durante la lunga prigionia del figlio. Lo fanno di fronte a un vasto pubblico, durante un dibattito all’università dell’Ariziona, a cui hanno partecipato anche Terry Anderson, l’ex direttore regionale dell’Associated Press, prigioniero della Jihad islamica in Libano dal 1985 al 1991, e David McGraw, rappresentante legale del New York Times. I genitori di Foley hanno denunciato che il governo li ha ignorati e non aiutati mentre il loro figlio John, giornalista freelance, era tenuto prigioniero. Foley era stato rapito in Siria nel 2012 e ucciso nel 2014. Terry Anderson, che ora insegna all’università della Florida, ha detto che il giornalismo è importantissimo per la democrazia e in particolare i giornalisti freelance affrontano situazioni pericolose.

Tali accuse arrivano a poche ore di distanza dalle rivelazioni sull’identità di Mohamed Emwazi, il boia più ricercato dell’Isis e assassino dello stesso Foley. “Jihadi John”, questo lo pseudonimo, è comparso in diversi video di esecuzioni di ostaggi, ha 27 anni ed è di Londra, come ha rivelato la Bbc citando fonti di Scotland Yard. Il foreign fighter londinese si vede sempre vestito di nero, con una pistola sotto l’ascella in una custodia di pelle e un coltello in mano, era comparso per la prima volta nei video lo scorso agosto proprio nell’esecuzione dell’americano. Poi si pensa che fosse sempre lui il boia comparso nei video delle decapitazioni del reporter Usa Steven Sotloff, del cooperante britannico David Haines, del tassista britannico Alan Henning e dell’americano Abdul-Rahman Kassig; infine il mese scorso sembra fosse sempre lui il militante che compariva nel video con gli ostaggi giapponesi Haruna Yukawa e Kenji Goto poco prima che venissero uccisi. Bbc sottolina che l’uomo era conosciuto ai servizi segreti prima di partire per la Siria ed era legato a un uomo che aveva collegamenti con il gruppo jihadista somalo al-Shabab: le autorità britanniche hanno deciso di non rivelarlo prima per non compromettere le indagini.

Secondo amici del terrorista, l’uomo arriva da una famiglia agiata dell’ovest di Londra e si sarebbe laureato in informatica. Si pensa che sia arrivato in Siria per unirsi all’Isis nel 2012. Conferme sull’identità del boia  arrivano anche dalla cerchia degli amici di Emwazi: “Non ho dubbi che Mohammed sia Jihadi John”, ha detto uno degli amici più stretti di Emwazi in un’intervista al Washington Post. “Per me era come un fratello, sono sicuro che sia lui”, ha aggiunto. Anche un rappresentante del gruppo britannico per i diritti umani Cage, Asim Qureshi, che era stato in contatto con lui prima della sua partenza per la Siria, ritiene che Emwazi sia ‘Jihadi John’.

Claudia Gennari

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