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La Grecia lascia in anticipo gli aiuti dell’Europa

Il faccia a faccia con Angela Merkel si è concluso e la Grecia, che dal 2010 ha percepito oltre 240 miliardi di aiuti finanziari da Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale, sarà in grado di andare avanti con le proprie gambe. Il premier Antoni Samaras, in una conferenza stampa a Berlino, ha affermato che il Paese sarà in grado di lasciare il piano di assistenza finanziaria internazionale prima del previsto e che a partire dal termine dell’ultima erogazione da parte della Troika – la cui conclusione è prevista per la fine dell’anno – provvederà autonomamente alle esigenze di finanziamento. Ma questo non è un divorzio, ha tenuto a sottolineare il primo ministro: “Non accetto questo termine, penso che questa collaborazione si concluderà prima del previsto e se succederà sarà un successo, non un divorzio”.

Atene, quest’anno, è riuscita a tornare con esito positivo sul mercato dei capitali per ben due volte, e questo ha alimentato la considerazione di poter uscire con largo anticipo dal piano di assistenza. Il premier ha poi informato che il Paese, in seguito alle verifiche della Troika e gli stress test sui bilanci bancari, avvierà colloqui finalizzati ad ottenere una qualche nuova forma di flessibilità sul debito di quest’anno e che si beneficerà, probabilmente, di un allungamento delle scadenze e di tassi di interesse più bassi.
“Abbiamo una collaborazione che non è mai stata facile – ha affermato Samaras sui suoi rapporti con la Troika – piuttosto il contrario, ma che certamente ha cambiato il volto della nostra economia. Penso che saremo certamente in grado di coprire le nostre esigenze di finanziamento il prossimo anno, vedremo cosa succederà con le prossime tranche di presitit”.

Nel frattempo, però, ad Atene si respira aria di protesta: oggi si è tenuta un’intera giornata di sciopero per i dipendenti del settore pubblico contro le nuove riduzioni di organico prescritte dagli stessi creditori internazionali e la manifestazione, che ha visto in piazza medici, insegnanti e dipendenti degli enti locali, durerà fino a domani mattina.

Gisella Febbo

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