La Bce acquisterà titoli per 60 miliardi al mese fino al settembre 2016, e “comunque fino a quando non vedremo un deciso miglioramento nell’andamento dell’ inflazione” coerente con l’obiettivo di un andamento dei prezzi vicino al 2%. Lo ha detto Mario Draghi annunciando il “quantitative easing”. Da marzo Francoforte inizierà a comprare titoli sulla base della quota dei vari Paesi nel suo capitale. I rischi saranno condivisi solo nel caso di quelli europei, con una quota del 20% sul totale.
La Bce “ha un doppio limite” negli acquisti di titoli, pari al 33% per il debito di ciascun emittente e al 25% per ciascuna emissione” ha spiegato Draghi descrivendo il funzionamento del Qe. “Si tratta di un programma molto grande, e abbiamo tenuto conto delle preoccupazioni” di alcuni Paesi decidendo di non condividere i rischi su tutti i titoli che la Bce comprerà.
Il consiglio della Bce è stato “unanime” sul fatto che il quantitative easing sia un vero strumento di politica monetaria mentre sulla necessità di lanciarlo “adesso” è stato deciso “a larga maggioranza”, ha precisato il numero uno dell’Eurotower, il quale ha poi escluso che le cedole sui titoli di Stato acquistati dalle banche centrali nazionali possano essere utilizzate in futuro per un alleggerimento nei bilanci nazionali. “Sono d’accordo che alcuni effetti del Qe sono già prezzati dai mercati, ma solo una parte – ha detto -. C’è differenza fra aspettative e annuncio effettivo”.
Non ci sarà alcuna eccezione per la Grecia, i cui bond saranno acquistati solo con il piano Troika. C’è una deroga, che consente di comprare titoli con rating speculativo ma solo in presenza di un programma di assistenza. Draghi ha poi insistito sul tema delle riforme, che i Paesi devono mettere atto, al fine di assicurare la ripresa, indipendentemente dalle decisioni della Bce”.
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