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Israele adesso contrattacca. Netanyahu: denunceremo noi l’Anp per crimini di guerra

“L’Anp ha voluto il confronto e noi non stiamo con le mani in mano”. A parlare è il premier Benjamin Netanyahu tornando sull’argomento della decisione di Abu Mazen di sottoscrivere il trattato di adesione alla Corte penale internazionale e della reazione israeliana di congelare dazi doganali per circa 100 milioni di euro destinati a Ramallah. La strategia? Il governo di Gerusalemme vuole denunciare i principali leader palestinesi per crimini di guerra davanti ai tribunali stranieri e internazionali.

Secondo il quotidiano Yediot Aharonot, il ministero della Giustizia così vuole rispondere alla decisione dell’Anp di aderire al Trattato di Roma che dà accesso alla Corte penale internazionale per i crimini di guerra. “Potremmo presentare domani stesso richieste sostenute da prove, documentazione e testimonianze”, ha affermato un alto funzionario del ministero, riferendosi al governo di unita’ nazionale formato dall’Anp con Hamas, “una organizzazione considerata gruppo terroristico in vari Paesi”.

I legali dell’Anp, intanto, hanno già pronta la prima richiesta di incriminazione di Israele alla Corte Penale Internazionale (Cpi) dell’Aja, chiamato dal 2002 a giudicare i crimini di guerra e contro l’umanità. Si tratta – in primis – della sanguinosa offensiva israeliana lanciata la scorsa estate in risposta allo stillicidio di razzi sparati dalla Striscia di Gaza, controllata dal giugno 2007 da Hamas. Se tutto procederà come previsto i palestinesi saranno in grado di depositare l’istanza di accusa contro Israele ai primi di aprile. Lo ha annunciato Shawan Jabarin, direttore del gruppo in difesa dei diritti umani Al-Haq, specificando che i giudici dell’Aja saranno chiamati a valutare le azioni di Israele a partire dal 13 giugno 2014, data di inizio del massiccio giro di vite (2.000 arresti) in Cisgiordania. Risposta al rapimento e dal massacro di 3 giovani israeliani, il giorno prima.

Un evento che poi ha portato, tra l’altro, all’esecuzione sommaria di un palestinese a Gerusalemme ad opera di estremisti israeliani, e soprattutto all’offensiva durata sette settimane a Gaza che porto’ alla morte di 2.192 palestinesi (fonti Onu) e 72 israeliani (66 soldati e sei civili) e di un bracciante thailandese.

Secondo il ministro israeliano degli Esteri Avigdor Lieberman “la decisione sancisce la fine degli accordi di Oslo”. Invece dal versante opposto il negoziatore Saeb Erekat ha avvertito che lo scioglimento dell’Autorità nazionale palestinese potrebbe essere annunciata in breve tempo se non verrà annullato il congelamento dei fondi a lei destinati.

 

Hortensia Honorati

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