Due settimane fa due operai sono morti nell’esplosione innescata da un incendio in una fabbrica di esplosivi ad est di Teheran. La forte deflagrazione è avvenuta vicina all’impianto nucleare di Parchin, a circa 30 km a sud-est dalla capitale. Quello di Parchin è uno dei siti per l’arricchimento dell’uranio che l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aia) ha sempre chiesto di visitare e che Teheran ha costantemente respinto. L’Aia sospetta che in quest’area l’Iran abbia condotto dieci anni fa una serie di test utili allo sviluppo di un ordigno nucleare.
Un rapporto del sito delle Forze di difesa israeliane riferisce che le immagini satellitari scattate al compound militare di Parchin mostrano un “danno simile a un attacco”, che secondo i servizi segreti occidentali testimonia la presenza nella zona di missili nucleari. Secondo la relazione le immagini costituiscono la prova che “confuta le smentite del governo iraniano sul nucleare” e dimostrano che “sono chiaramente visibili i danni provocati da un attacco contro un bunker in una località centrale all’interno del complesso di ricerca presso il centro militare”. Le fotografie mostrano l’area prima e dopo la deflagrazione e indicano “danni significativi al sito”.
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