Abu Ali al Basri, capo dell’intelligence irachena, ha smentito la voce, messa in circolo a metà giugno, sulla morte di Abu Bakr al Baghdadi, capo supremo dell’Isis. Il Califfo, secondo al Basri, “è ancora nascosto in Siria – ha spiegato – e precisamente in una zona fuori da Raqqa”. Ultima grande roccaforte jihadista non ancora riconquistata ma oggetto di una vasta offensiva portata avanti dalle truppe curdo-siriane e sostenuta dairaid americani.I servizi segreti iracheni, ha aggiunto alla tv satellitare al Arabiya, “sono interessati più di altri a dare la caccia e monitorare tutti i movimenti del leader di Daesh”
Nei giorni scorsi la tv irachena Al Sumarya aveva dato conferma della morte di Baghdadi, citando una fonte della provincia di Ninive vicina al sedicente Stato Islamico. Era stata data notizia anche di un presunto comunicato, mai rinvenuto dagli organi informativi, nel quale i dirigenti dell’Isis invitavano le milizie a proseguire la jihad e dove veniva annunciata la nomina di un successore di Baghdadi. Il quale, ha riportato al Arabya poche ore prima della smentita ufficiale, era stato individuato nel tunisino Jalaluddin al-Tunisi, leader del Daesh in Libia. “Il vero nome di Jalaluddin al-Tunisi è Mohamed Ben Salem Al-Ayouni nato nel 1982 nella regione di Msaken nei pressi di Sousse – ha spiegato il network arabo -. Emigrato in Francia negli anni ’90, ottenne la cittadinanza francese prima di rientrare in Tunisia nei giorni della rivoluzione. Nel 2011 dalla Tunisia partì per la Siria per partecipare alla guerra”. Secondo Al Arabiya, “nel 2014 annunciò di essersi unito all’Isis… di cui divenne uno dei più importanti leader, molto vicino ad Abu Bakr al-Baghdadi“.
Lo stesso capo del Pentagono, Jim Mattis, aveva sottolineato di non avere prove della morte di al-Baghdadi. “Se lo sapessimo lo diremmo. Al momento non posso ne’ confermare ne’ smentire. – ha detto Mattis – Il nostro approccio è che supponiamo sia vivo fino a quando non viene provato il contrario. E, al momento, non posso provare il contrario“.
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